I duecentonovanta milioni di dollari di bonus, quasi un milione al giorno, che Bill Gross, il re dei bonds (come viene soprannominato nel settore) si è messo in tasca, sono tanti anche nel mondo dorato della speculazione d’alto bordo, infatti i suoi colleghi di pari livello sono tutti irati (e invidiosi) di questo “en plain” al tavolo verde di Wall Street del loro abile collega, e lo criticano. Non perché ha preso troppo (non ci sono tetti nei guadagni di questa gente), ma perché lo prende avendo lasciato la sua “Pacific Investment Management Company” meglio nota come – Pimco, in netto calo di risultati.
Lui, che adesso ha 70 anni ed è già miliardario, è uno di quelli che ha pilotato con destrezza il mercato finanziario nel settore del risparmio amministrato (bonds, debito sovrano e simili) manovrando un imponente “giro d’affari” che, in Pimco, aveva raggiunto nel 2012 un volume record di circa due trilioni di dollari (duemila milardi!).
Su questo tipo di investimenti e su questi volumi i guadagni astronomici non sono difficili da raggiungere perché il guadagno arriva quasi interamente da una commissione fissa d’ingresso (variabile), non occorre perciò eccezionale inventiva, basta una adeguata intelligenza, una robusta esperienza e … gli opportuni agganci nel mondo degli oligarchi, quelli che non sanno mai dove parcheggiare le loro immense fortune per guadagnare anche senza far niente.
Sono talmente egocentrici questi soggetti che arrivano ad odiare a morte il governo perché “dilapida il loro denaro rapinato con le tasse” o, come denuncia Krugman in “Plutocrats against democracy” perché sono quello stesso “ … 47% di americani sui quali Mitt Romney (alla vigilia delle elezioni presidenziali 2012 ndr) disse che avrebbero votato contro di lui perché loro, non dovendo pagare tasse sui profitti, non si responsabilizzano, o anche, come dice Paul Ryan, sono quel 60% di popolazione pericolosa per l’economia, perché sono dei “takers”, cioè persone che prendono dal governo più di ciò che danno”.
Bill Gross ha saputo cavalcare bene l’onda favorevole del mercato tra il 2009 e il 2013 quando, grazie alla politica di sostegno all’economia attuata dalla banca centrale americana, attraverso il tasso di rifinanziamento alle banche uguale a zero e alla ingente liquidità fornita dai “Quantitative Easing”, i rendimenti delle obbligazioni sono stati a lungo favorevoli, ovvero proprio ciò che serviva alla Pimco per attirare verso il suo fondo investimenti una buona fetta del risparmio in cerca di rendimenti sostanziosi ma tranquilli. Ovvero il mercato dei bonds e delle blue chips.
Ma il vento è girato nel 2013 quando Bernanke, nel lasciare la guida della Federal Reserve americana alla Yellen, annunciava l’imminente abbandono della politica di sostegno all’economia americana. A questo punto gli investitori in bond più attenti hanno cominciato ad “alleggerire” le posizioni. Il volume del risparmio amministrato da Pimco ha cominciato a scendere e Gross, fiutando il vento sfavorevole, ha preferito lasciare ad altri la responsabilità di gestire la frana in arrivo.
Lasciare la responsabilità però non vuol dire lasciare anche il bonus. Quello è scritto a chiare lettere nel contratto di tutti i managers, e nessuno può portarglielo via.
Del resto il contratto è l’unica ragione che da oggi diritto a Gross di ottenere quella sproporzionata somma. Sproporzionata persino in rapporto a quella che gli altri compari della sua categoria si sono aggiudicati anche lo scorso anno a dispetto di crisi, recessioni e via dicendo.
Il giornalista Barry Ritholtz, ha calcolato che il bonus di Bill Gross, da solo,toppa quello di 20 colleghi della sua categoria messi assieme, e non sono certo gente qualunque visto che la tabella comprende i nomi degli amministratori delle più importanti banche e finanziarie d’America.
Nemmeno i grandi campioni dello sport possono competere con quella cifra mostruosa. Si pensi che, per arrivare a lui, si devono mettere insieme Lionel Messi, Tiger Wood, Roger Federer, Kobe Bryant e Lebron James.
E’ veramente incredibile! E pensare che quando parlano in difesa del capitalismo liberista quelli come Gross e colleghi citano sempre (proprio come hanno fatto e fanno tuttora i vari Romney, Ryan ecc.,) di competizione, meritocrazia, e altre sciocchezze simili utili (avendo potenti mezzi d’informazione a disposizione) a convincere i gonzi che chi ruba sono gli altri.
Ma quale supremazia meritocratica può illustrare Bill Gross di fronte ad uno sproposito del genere? E quale miglior livello competitivo può egli vantare nei confronti dei suoi stessi colleghi?
Non prendiamoci in giro. L’unica arma vincente in questa competizione è la facilità con cui si lascia al parassitismo degli oligarchi la possibilità di far soldi agevolmente e di aggirare furbescamente nella maggior parte dei casi anche gli obblighi fiscali.
Per Gross invece l’unica arma veramente vincente non è la sua bravura, ma quella degli avvocati che gli hanno scritto il contratto che obbliga la Pimco (venduta da Gross già nel 1999 alla multinazionale assicuratrice tedesca “Allianz SE”) a pagare quella cifra sbalorditiva.
Cosa aspettano i politici “scaldasedie” di tutte le bandiere a mettere il tetto a queste vergogne invece che ai controproducenti limiti di spesa pubblica, quasi sempre più dannosi che lo sfondamento del tetto stesso?
Dallas, Texas