Il Comune dell'isola al processo di Grosseto vuole un risarcimento per danni biologici, d'immagine e esistenziali: "Il brand dell'isola è rimasto legato al naufragio in più si sono bloccate opere e macchina amministrativa". La Regione Toscana fissa la sua richiesta a 30 milioni. L'avvocato di Costa Crociere: "Cifre fantasiose, ipotetiche, non realistiche"
Altro che affari d’oro con il “turismo macabro” grazie al mostro adagiato su un fianco a due passi dal porto. L’isola del Giglio e i suoi cittadini hanno patito un danno biologico, d’immagine ed esistenziale grande quanto il naufragio mondiale della Costa Concordia. Il Comune dell’isola sulla quale terminò la corsa folle della nave da crociera il 13 gennaio 2012 chiede ora, nel processo in corso a Grosseto con Francesco Schettino unico imputato, un risarcimento per una cifra tra 278 e 345 milioni: tra 125 e 189 per i danni biologici ed esistenziali (calcolato per 1.418 residenti per 920 giorni di permanenza del relitto) e tra 153 e 156 per i danni d’immagine. A questi si aggiungono i 30 richiesti anche dalla Regione Toscana, che è parte civile: “Il danno maggiore è l’accostamento” al naufragio della Concordia “del marchio della nostra regione, nota per la sua bellezza, con un evento molto negativo che in parte lo ha deturpato – dice il presidente Enrico Rossi durante la sua deposizione in aula – La Toscana in qualche misura è stata collegata a quell’evento” e il danno al turismo “non può essere compensato, se vediamo i dati dell’affluenza all’isola del Giglio del turismo, con il turismo morboso”. Per Costa Crociere tuttavia le stime dei danni subiti sono “fantasiose e ipotetiche”, “non realistiche”: “In concreto – dice l’avvocato Marco De Luca, che rappresenta la compagnia marittima – non riesco a vedere quale possa essere un danno risarcibile secondo canoni di carattere giuridico”.
Ma il Comune del Giglio rilancia e chiede indietro da Costa Crociere anche i soldi che l’amministrazione ha speso per il vitto e l’alloggio delle forze dell’ordine e del personale di soccorso (guardia costiera e vigili del fuoco) che dal gennaio 2012 all’agosto 2014 è rimasto sull’isola come presidio di protezione civile. “A oggi – spiega il sindaco Sergio Ortelli, anche lui testimone nel processo – è stato rimborsato oltre un milione di euro ma attendiamo altri 425mila euro”. Ortelli ricorda che il Comune ha entrate per 2 milioni all’anno e quindi 425mila euro “è una cifra che mette a dura prova le nostre casse e in discussione il patto di stabilità”. Ortelli ha spiegato che queste spese sono state anticipate dal Comune isolano “per velocizzare le operazioni” e che i rimborsi “provengono da polizze assicuratrici” di Costa.
“Eravamo conosciuti per Galileo Galilei e Leonardo da Vinci, ma adesso tutti ci conoscono per Schettino e le sue oscenità” ha dichiarato il presidente Rossi fuori dal teatro di Grosseto in cui si celebra il processo all’ex comandante della Concordia. Rossi ha poi testimoniato con Anna Maria Sargentini, presidente dell’osservatorio post-naufragio e al sindaco Ortelli. “La Toscana – ha aggiunto Rossi – vantava un paesaggio straordinario e quel mostro adagiato ha dato un tocco mortale al turismo non solo del Giglio ma di tutta la nostra regione”.
Secondo quanto ha detto Rossi in aula “c’è stata una caduta in generale del turismo balneare, in particolare, guarda caso, nell’arcipelago toscano” e “non c’è dubbio che nell’immaginario collettivo il Giglio è l’isola che ha il mostro di ferro adagiato accanto al porto, non è il Giglio come luogo di vacanze”. E il governatore non ha rinunciato alla polemica sull’assegnazione dei lavori di smaltimento del relitto, per la quale la Toscana aveva ingaggiato un duello a distanza con la Liguria (che poi ha vinto, con Genova). “Ho apprezzato la determinazione di Costa Crociere nella rimozione del relitto”, ha detto Rossi, ma “ci saremmo aspettati qualche ritorno economico positivo, con la demolizione della nave che venisse fatta in Toscana. Purtroppo così non è stato, ne abbiamo preso atto, comunque va bene lo stesso, perché l’importante era togliere il relitto dal posto dove si trovava”.
Ortelli ha parlato di danni incalcolabili al “brand” dell’isola del Giglio; opere previste sull’isola – come al porto e per musei – ferme o rimandate sine die, economia turistica e portuale colpita da un forte calo di introiti. “Dopo il naufragio – ha detto Ortelli davanti ai giudici – al brand Giglio si faceva sempre riferimento associandolo sia in Italia sia all’estero alla tragedia. Tanto che devo andare all’estero per difendere il buon nome e il turismo al Giglio e ci vado io personalmente. Prima del naufragio non andavo alle iniziative promozionali”. Danni anche per le attività del porto del Giglio: “Abbiamo perso le entrate legate alle concessioni e l’opportunità di procedere all’ampliamento del porto – ha detto Ortelli – C’era un progetto per il molo ma la capitaneria dette parere negativo, dicendo che non era il momento, perché parte del porto doveva essere utilizzato dai mezzi per la rimozione del relitto”. “Un porto preso d’assedio in questo modo non può essere adatto ad ospitare attività turistica”, ha precisato.
Secondo il consulente del Comune Carlo Scarpa, che ha stimato i danni da chiedere nel dibattimento, ha parlato invece di “bombardamento” di 40 miliardi di messaggi negativi nel mondo e 1,6 miliardi in Italia: “E’ come se l’isola avesse subito una campagna pubblicitaria negativa ad hoc o come se stimassimo il costo di una campagna pubblicitaria compensativa”. Il pool di esperti che hanno lavorato per l’amministrazione gigliese ha tenuto conto di quanti articoli sono stati pubblicati e quante persone, e per quante volte, sono state colpite dall’associazione tra il naufragio e l’isola dal 13 gennaio 2012 al 13 marzo 2013″. Periodo in cui “sono usciti 2.500 articoli sui quotidiani con diffusione media in Italia di 7,5 lettori a copia per arrivare a 1,6 miliardi in Italia di visualizzazione di articoli che associano il Giglio al naufragio della Costa Concordia”. Analogamente sono “40 miliardi le visualizzazioni all’estero”. A ciò si aggiungono 963 passaggi tv in Italia e migliaia all’ estero. “Un bombardamento mediatico imponente”.
Il legale di Costa, De Luca, contesta tutte le cifre. “Qui si è parlato di danni assai poco immediati e assai poco diretti – ha detto – Se si pensa al danno biologico, da parte di un Comune è francamente poco credibile” mentre “per il danno d’immagine per l’isola del Giglio non esiste. E’ stato ricostruito con elencazione specifica di dati di comunicazione, articoli di stampa, trasmissioni tv. L’aspetto qualitativo è stato dichiarato (in aula, ndr) come estremamente negativo. Invece a me pare che l’isola del Giglio, il Comune e i gigliesi da questa vicenda abbiano avuto una ricostruzione di immagine assolutamente positiva, che tutti riconosciamo”. De Luca ha anche ricordato che “ci sono stati numerosi premi che sono stati dati in Italia e all’estero al Giglio e ai suoi abitanti verso cui tutti abbiamo un senso di assoluto rispetto e di ammirazione per gli interventi che hanno fatto. Quindi parlare di un danno subito per l’impressione che i terzi hanno avuto dell’isola e dei gigliesi mi sembra francamente poco realistico”. Quanto al calo di presenze e di attrattività turistica l’avvocato ha definito il dato “controvertibile. A noi risultano dati per la verità un po’ diversi”.