In Italia ci sono 1700 tra stazioni impresenziate e linee ferroviarie dismesse. 345 sono già state assegnate ad associazioni e comuni per realizzare progetti di utilità sociale
A Isola delle Femmine, su un lembo di terra costiera a metà strada tra Capaci e l’aeroporto di Palermo, dove un tempo c’era la stazione dei treni, oggi c’è la sede di Addiopizzo travel, agenzia di viaggi che si appoggia a hotel, ristoranti, ditte di trasporto che hanno detto no alla mafia. “Oltre al paesaggio, vogliamo far conoscere un’altra bellezza: la resistenza della nostra gente contro la criminalità organizzata”. Dario Riccobono, 35 anni, ogni mattina arriva al lavoro con il treno. Come i suoi colleghi. Attraversa il binario, apre la porta della ex sala d’attesa e si siede dietro la scrivania. Intorno depliant, indirizzi, cartelloni con oasi blu. “L’agenzia è nata nel 2009 e a ottobre 2013 ci siamo trasferiti qui. Paghiamo un affitto calmierato alle Ferrovie dello Stato, 1800 euro all’anno per 130 metri quadrati”.
In Italia si contano 1700 tra stazioni impresenziate e linee ferroviarie dismesse. Di queste, le Ferrovie statali ne hanno già assegnate 345 ad associazioni e comuni con un contratto in comodato d’uso gratuito o di locazione agevolata (cioè versando un piccolo canone di affitto), per realizzare progetti di utilità sociale. Ristrutturazione degli spazi, manutenzione e bollette sono a carico dei nuovi gestori. L’ex scalo di Isola delle Femmine è stato intitolato a Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1978. Qui si ferma ancora il treno ma i locali non servono più perché il collegamento è gestito a distanza tramite dispositivi informatici. “Il 70 per cento dei nostri clienti sono le scuole del Nord – spiega Dario di Addiopizzo travel -. Il resto sono stranieri, soprattutto francesi, tedeschi, norvegesi”. Il fatturato è in netta crescita: da 150 mila euro nel 2012 a 400 mila nel 2014.
Di recente è stato pubblicato un censimento del patrimonio ferroviario dato in adozione sul sito web delle Fs e curato da Redattore sociale. Di stazioni convertite al turismo ce ne sono parecchie. Come quella di origine borbonica a Codola, nel salernitano, trasformata in ostello per viaggiatori spartani, ma anche per richiedenti asilo e persone disagiate. Lo gestisce la onlus Desy, che ha preso in comodato d’uso altre stanze della stazione di Montoro, in Irpinia, e un casello in provincia di Pavia. Nella stazione di Porto Empedocle, chiusa dal 1994, l’associazione “Ferrovie Kaos” ha restaurato i vecchi vagoni e organizza tour attraversando gli antichi binari della valle dei templi.
Quella di Roccalumera, tra Catania e Messina, invece è dedicata a Salvatore Quasimodo, che in quei luoghi trascorse la sua infanzia. L’associazione del premio Nobel insieme al figlio Alessandro ha allestito una casa-museo nella sala d’aspetto di una volta. Si fa ecoturismo negli ex locali della stazione di Anguillara, ai piedi del lago di Bracciano, alle porte di Roma. “Offriamo escursioni a piedi, a cavallo o in bicicletta in tutta l’Etruria – racconta Elena Riccioni, presidente dell’associazione “Terra tua” che ha adottato lo spazio da un anno -. Molti passeggeri appena scendono dal treno vengono da noi per avere informazioni sul parco e i laghi vicini, prima invece dovevano arrangiarsi, l’Atp è quasi sempre chiuso”.
In cantiere anche uno sportello per il disagio giovanile. Intanto grazie alla presenza dell’agenzia di viaggi il vandalismo è diminuito. “Se ci sono ragazzi che bivaccano sotto la pensilina, che imbrattano muri o abbandonano rifiuti, anziché cacciarli, proviamo a dialogarci insieme e ci mettiamo a loro disposizione”, spiega Stefano Mecali, 43 anni, figlio del capostazione, che vive sopra l’ex biglietteria. In pratica la stazione è casa sua e lui cerca di trasmettere l’amore che ha per quel posto ai giovani che si piazzano lì. “Li tratto come dei passeggeri, mi avvicino e chiedo se vogliono sapere gli orari dei treni, la risposta è no. Allora racconto la storia della stazione, che fino agli anni Settanta c’era la stufa a legna, il treno a vapore, la scuola elementare e io abito qui dall’età di tre anni, quindi quel posto è casa mia. Se fumano dico loro di non farlo. La reazione? Mi ascoltano, sul serio, perché non alzo la voce, poi o se ne vanno o rimangono lì a chiacchierare senza fare danni e intanto io torno al piano superiore, ma possono suonare il campanello se hanno bisogno, oppure mi fermo con loro a parlare un po’ di tutto, anche di filosofia e letteratura. Sono ragazzi che hanno tanto da dire, una scritta sulla parete fatta con la bomboletta è il tentativo abortito di dire qualcosa a qualcuno. Io faccio una foto di ogni graffito. Se scatta l’intesa, capita che alcuni di loro si offrono per tinteggiare i muri e ripulire l’ambiente. Ho scoperto che l’antidoto alla delinquenza è la cultura e la gentilezza”. È attivo anche un servizio di bookcrossing. “C’è una cesta davanti all’ingresso con dentro una ventina di libri, non di più sennò rischiano di sparire. La gente li prende e ne porta altri in cambio”.
Altra missione: la tutela dell’ambiente. Nell’area verde intorno allo scalo di Orta Miasino, in Piemonte, la Pro loco ha creato un orto di piante antiche locali, come le 45 varietà di ortensia piemontesi, il Susincocco, la Pera passacrassana, la Renetta bianca di Champagne. La fermata di Angri, in provincia di Salerno, è la sede nazionale dell’associazione Guardie ambientali italiane. Il presidente Luigi D’Antonio, ex infermiere in pensione: “Forniamo un servizio di protezione civile e ambientale in caso di calamità naturali, incendi, controlliamo la raccolta di rifiuti e denunciamo gli sversamenti illegali”. Gli operatori volontari sono 35 e sono reperibili 24 ore al giorno tutti i giorni. Per tirare a lucido i locali hanno investito circa sette mila euro. “Nel week end facciamo assistenza agli anziani e disabili con ‘pronto farmaco’, cioè consegniamo a domicilio le medicine. Ci piacerebbe – aggiunge il presidente – che Fs ci desse anche l’altra area di fianco alla nostra, in ottimo stato ma ancora chiusa, dove poter aprire uno sportello per i passeggeri, che continuano a rivolgersi a noi per coincidenze, partenze e arrivi”.
Da discarica a centro di aggregazione sociale. Nella stazione di Boscoreale, vicino a Napoli, è successo “un piccolo miracolo civico”, così lo definisce Vincenzo Martire, presidente dell’associazione Stella cometa, che dal 2009 ha in mano il luogo. “Era in condizioni pietose, c’erano siringhe, escrementi, immondizia. In nove mesi abbiamo rifatto pavimento, infissi, finestre e porte. I cittadini ci hanno aiutato come potevano, chi ci ha regalato del materiale, chi fa il fabbro o il muratore e ha lavorato gratis”. Oggi sono attivi cinque corsi: di informatica, ricamo e cucito, pittura, balli di gruppo e danza folk. Una sessantina gli iscritti ai quali si richiede solo un contributo mensile di pochi euro per elettricità e riscaldamento. “Abbiamo ricavato anche una biblioteca con 500 volumi”, aggiunge Martire.
Nell’ex biglietteria di Bolognina, una frazione di Crevalcore (Bologna), dove nel 1995 ci fu uno scontro di treni, l’amministrazione comunale ha affidato alla cooperativa “La piccola carovana” un centro di ascolto per le famiglie del quartiere, molte straniere, e un servizio di aiuto compiti per i bambini. E poi ancora: a Mondovì, nel cuneese, immigrati e italiani di seconda generazione tengono laboratori gratuiti di hip hop, break dance e altre discipline grazie al progetto “Ex primi della classe” promosso dall’associazione “Mondo Qui”. I City Angels di Venezia fanno base nell’ex scuola per ferrovieri di Mestre. Qui depositano le scorte di cibo e vestiti che poi distribuiscono ai senza tetto. Alla fermata di Cornigliano, in Liguria, c’è il dentista solidale per i meno abbienti. Mentre la stazione di Lissone, in Brianza, è diventata un punto di riferimento per le pari opportunità e la mobilità sostenibile. Cinque le associazioni no profit presenti che hanno stipulato un contratto di subcomodato con il Comune. Una di queste è Q-Donna. “Il nostro obiettivo è valorizzare le risorse delle donne. Facciamo dibattiti sulla violenza domestica, sulla salute di genere, sul rapporto con la mafia”. Questa è senza dubbio l’Italia che cresce.