Il Jobs act diventa un mistero. Ma apparentemente è un mistero solo per il Nuovo Centrodestra. In mattinata il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi esultava: “Abbiamo raggiunto un’intesa con Poletti“. Peccato che a sera sia costretto a correre di nuovo in trincea: “Il testo annunciato dal governo non corrisponde a quello concordato”. E ancora una volta è costretto a minacciare azioni “forti” all’interno della maggioranza di governo: “Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza”. Vita dura quella del senatore alfaniano che tra una dichiarazione e l’altra ne aveva diffusa una terza con la quale sfidava la minoranza del Pd: “Mi sembra che la sinistra del Pd abbia preso atto che è una partita chiusa da un accordo nella maggioranza”. In realtà l’unica partita chiusa che il governo ha recepito nascce dall’accordo interno al Pd. L’emendamento del governo che sarà presentato domani 18 novembre in commissione Lavoro di Montecitorio riprende, ha spiegato il sottosegretario Teresa Bellanova, “tutti gli emendamenti sul tema per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie” per le quali la reintegra nel posto di lavoro non verrà cancellata per essere sostituita da un indennizzo. Sacconi a quel punto si dice pronto a far uscire i senatori di Ncd se il testo rimanesse quello. E dal canto suo la Bellanova si stupisce della reazione di Sacconi: “Non c’è nessuna forzatura, siamo persone serie, non faccio il gioco delle tre carte. Dobbiamo stare calmi e sereni ribadisco ciò che ho sempre detto. Per i licenziamenti disciplinari ingiustificati sarà previsto il reintegro ma le fattispecie le scriveremo nei decreti delegati”.

Il sottosegretario Bellanova a Sacconi: “Siamo persone serie, non faccio il gioco delle tre carte”

Quella al comma 7 della legge delega per la riforma del lavoro sarà una “riformulazione” che prevederà il reintegro nel caso di “licenziamenti disciplinari per un motivo dichiarato da un giudice nullo o inesistente”. Mentre come previsto resta la reintegra per i licenziamenti discriminatori e ci sarà invece “un’indennità crescente in base all’anzianità per quelli economici”. “Rendiamo più stringente il diritto per le persone”, sottolinea Bellanova: “Facciamo una operazione molto esplicita, una operazione di trasparenza, perché è bene che le persone sappiano con chiarezza quali sono i diritti che possono esercitare”. La reintegra avverrà ovviamente per le cause per le quali il giudici dichiarerà i motivi “nulli o inesistenti”, secondo il “perimetro delle fattispecie” che sarà “definito nei decreti delegati”.

La Camera intanto ha approvato il calendario che porti all’approvazione della riforma del lavoro entro il 26 novembre. Il testo approderà in Aula il 21. Contro questa programmazione hanno votato Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Sel.

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