Il sottosegretario in visita a Genova: "Le leggi esistono ma prima viene l'incolumità delle persone"
La sicurezza dei cittadini costi quel che costi: non può essere un limite il patto di Stabilità, né possono esserlo leggi. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: “Uno Stato serio – dice – deve essere al fianco di coloro che ripristinano la sicurezza dei cittadini senza il timore di essere inquisiti o di non avere risorse. Le leggi esistono, ma prima viene la sicurezza delle persone”. Il braccio destro di Matteo Renzi ha parlato da Genova, in ginocchio da un mese e mezzo a causa del maltempo e delle esondazioni dei torrenti della zona. Ma anche del rimpallo di responsabilità, un classico italiano che in questo caso ha bloccato i lavori al torrente Bisagno, quello della prima alluvione di inizio ottobre. La Liguria, ha detto tra l’altro il presidente Claudio Burlando nell’incontro con Delrio, ha subito danni per un miliardo di euro. E il governatore si aggancia al concetto espresso dal sottosegretario di Palazzo Chigi: “I lavori partono anche se i soldi arriveranno nel 2015, ovvero quando dovremo pagare le opere. Il passo avanti notevole è l’assunzione di responsabilità politica per far partire le somme urgenze”. D’altra parte poco prima il sindaco di Genova Marco Doria aveva detto che “il comune non è in bolletta ma fa una fatica bestiale. Potrebbe spendere di più se non ci fosse il patto di stabilità”.
Delrio promette dunque che “il patto di stabilità non sarà un problema per chi ha subito eventi catastrofici come il terremoto o eventi drammatici come le alluvioni. I sindaci sappiano che non ci devono essere timori per gli investimenti per la sicurezza. Il 2015 potrà essere affrontato da questi sindaci con molta più serenità. Il Governo sta mettendo a punto in questi giorni l’emendamento da inserire nella legge di Stabilità”. La chiave sarà anche l’accensione di “nuovi mutui per 3 miliardi di euro a tasso zero a tutti i comuni che intendono investire nelle proprie comunità”. Una cosa è certa: anche quando gli enti locali hanno a disposizione i soldi non è sempre garanzia di successo. Ilfatto.it – per esempio – racconta il caso di Carrara: in 11 anni sono stati spesi 50 milioni di euro per la messa in sicurezza di un torrente di 20 chilometri. Il risultato è che il canale (il Carrione) è esondato per 4 volte dal 2003.
Dopo lo scontro tra Renzi e le Regioni (“Colpa loro”, “Colpa dei condoni dei governi”) la polemica si riaccende con una dichiarazione del presidente della Lombardia Roberto Maroni secondo il quale il capo del governo “dovrebbe passare dalle parole ai fatti, smetterla di dare sempre la colpa agli altri, faccia quello che il Governo deve fare, cioè mettere le risorse”. In precedenza, però, era stato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, dal suo paese (Laterina, in provincia di Arezzo) a assicurare che “il governo non sta facendo lo scaricabarile, ci siamo assunti le nostre responsabilità fin dall’inizio. Credo però che ci voglia un’assunzione di responsabilità collettiva, perché sappiamo che in alcuni casi alcune opere che avrebbero potuto evitare alcune conseguenze drammatiche non sono state realizzate e non per colpa del governo”. Delrio in ogni caso dà la colpa ai governi precedenti.
ci sono 25 stati di emergenza. ci troviamo a dover recuperare 30 anni di ritardo.
— Graziano Delrio (@graziano_delrio) 17 Novembre 2014