Qualità, prezzo della bottiglia, reperibilità sul mercato. Incrociando questi dati, dal 1998 Wine Spectator, una delle più importanti riviste enologiche internazionali, sceglie il suo vino dell’anno e stila la sua Top 100. La classifica completa del 2014 verrà svelata per intero solo oggi ma, gustoso antipasto – gli americani hanno svelato domenica le prime dieci posizioni, come dire “il meglio del meglio” della produzione vinicola mondiale su un campione di oltre 18mila vini assaggiati. L’anno passato l’Italia piazzò fra i primi cento ben 16 vini, mentre le tre vittorie tricolori sono ormai un po’ datate: 2000 (Solaia 1997 Antinori), 2001 (Ornellaia 1998 Tenuta dell’Ornellaia) e 2006 (Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri).
La lettura delle prime dieci posizioni per il 2014 è un trionfo soprattutto per il Portogallo, che si prende il primo posto con il Porto Vintage 2011 Dow’s, proveniente dalla valle del Douro. Oltre al numero uno, i lusitani piazzano altri due prodotti nelle parti alte della classifica; si tratta del Douro Chriseya 2011 (3° posto) e del Douro 2011 Quinta do Vale Meao (4°). I primi due – fra l’altro – fanno parte della galassia Symington, una delle vere e proprie istituzioni del settore, dato che la famiglia omonima produce vini da almeno due secoli e possiede nella zona migliaia e migliaia di acri di vigne.
Ma quello che più interessa noi italiani è la prima (e unica) etichetta di casa nostra all’interno della top ten: il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 di Castello di Ama. Titolari di questa piccola grande eccellenza del made in Italy sono Lorenza Sebasti e Marco Pallanti; lei romana, erede di una delle famiglie proprietarie, lui toscano Doc, cresciuto tra la Francia e l’amata regione d’origine, già enologo dell’anno 2003 per il Gambero Rosso. Il risultato del loro Chianti Classico conferma la sesta posizione ottenuta, 12 mesi fa, dal Barolo Monprivato 2008 dell’azienda Giuseppe Mascarello e figlio (Piemonte).
Il Chianti Classico premiato da Wine Spectator ha totalizzato un punteggio di 95/100 (sotto i 90 non si entra fra i primi cento, ndr), sul mercato USA costa 52 dollari alla bottiglia e sul mercato sono state messe 8000 casse. Al palato – spiegano i recensori – “offre una combinazione di potenza ed eleganza, con un tocco audace”. Un rosso vivace ben definito – si legge – “dall’inizio alla fine”, con “note di ciliegia selvatica, fragola e rosa”. Tanto per fare un paragone, ecco i valori certificati del vincitore, il Porto Vintage 2011 Dow’s: 99/100, 5000 casse e 82 dollari.