Cinema

‘Teniamoli d’occhio’, l’iniziativa che lascia ai registi le chiavi delle sale

Riportare la sala cinematografica nel cuore degli spettatori. E non solo quelli delle grandi città. È questo uno degli scopi della virtuosa Rete degli Spettatori, che come da suo titolo, parte da ed arriva al pubblico.

Già, perché “il pubblico non è imbecille, basta portarglieli i film belli e vedete che se ne accorge da solo”. Le parole “dirette” – ma illuminate di senso – come ormai pochi politici sono in grado di pronunciare, arrivano dall’assessore alla Cultura della Regione Lazio Lidia Ravera, intervenuta oggi alla presentazione dell’iniziativa voluta dalla suddetta Rete degli Spettatori: Teniamoli d’occhio – 7 autori per 21 proiezioni, II edizione.

Si tratta, in breve, della “consegna delle chiavi” per un solo giorno di alcuni cinema della provincia laziale nelle mani di sette registi, che in una determinata giornata cinematografica propongono agli spettatori tre film: quello che più li ha ispirati nella formazione del gusto, quello che pensano “debba” essere visto almeno una volta nella vita, ed il loro ultimo film uscito nelle sale.

Quest’anno i cineasti selezionati sono Antonio Agugliaro, Michele Alhaique, Edoardo De Angelis, Guido Lombardi, Vittorio Moroni, Francesco Munzi e Giovanni Piperno, mentre le sale cinematografiche coinvolte sono: a Civitavecchia “Sala Buonarroti”, a Frascati “Multisala Politeama”, a Roma “Filmstudio”, a Rieti “Multisala Moderno”, a Trevignano Romano “Cinema Palma” e a Viterbo “Cinema Trento”.

Gli appuntamenti partono il 25 novembre per concludersi il 12 dicembre (titoli, proiezioni e location sul sito www.retedeglispettatori.it) e ritraggono pienamente lo spirito integrato degli intenti della Rete (far scegliere a una selezione di spettatori consapevoli venti titoli all’anno da portare nelle sale facenti parte del circuito) a quelli dell’assessore Ravera (dare omogeneità dell’offerta culturale al territorio del Lazio, diminuendo così la distanza tra l’ipertrofia romana e – spesso – il deserto della provincia).

“D’altra parte – incalza Ravera – io mi fido molto più degli spettatori critici che dei critici di professione.Oggi il cinema si può fruire ovunque, una volta c’era solo la sala, ma in quei piccoli centri in cui l’antica monosala ha chiuso si è creato il vuoto, e questo lo possiamo vedere tutti. La mia battaglia coinvolge naturalmente anche i teatri da riaprire; stiamo lavorando anche per trasformare alcune biblioteche in distribuzioni cinematografiche alternative”.