“Buon vespero e santa sera ai santisti! Giustappunto in questa santa sera, nel silenzio della notte e sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la catena! Nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole d’umiltà formo la santa società …”. E’ il boss che parla. Gli altri affiliati, riuniti in cerchio, ascoltano in silenzio. La sacralità del rito ricorda una messa, invece si tratta della cerimonia di conferimento della Santa, uno dei più alti gradi della criminalità calabrese, destinato in particolare a personaggi cerniera fra ‘ndrangheta e poteri esterni. Che va in scena non in Calabria, ma nella Lombardia di Expo: per la precisione, in un casolare di Castello di Brianza, in provincia di Lecco. Finora, solo i pentiti (pochi) lo avevano raccontato. Adesso, le telecamere nascoste del Ros dei carabinieri di Milano lo mostrano per la prima volta nella sua interezza. Fermi immagine definiti storici dagli inquirenti che questa mattina hanno arrestato 40 persone nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese. Un altro duro colpo alla ‘ndrangheta del nord inferto dai carabinieri guidati dal tenente colonnello Giovanni Sozzo. Che arriva a pochi giorni di distanza da un’altra operazione che ha smascherato gli appetiti dei mammasantissima attorno ai subappalti dell’Esposizione universale.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Simone Luerti. Le accuse a vario titolo contro i 40 indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. Al centro dell’operazione “Insubria“, nata dalla storica inchiesta “Infinito“, la prima a riconoscere il radicamento al nord italia delle cosche calabresi, tre sodalizi della ‘ndrangheta radicati nel comasco e nel lecchese, con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le famiglie di origine. Oltre alla Lombardia (Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Bergamo), gli arresti sono avvenuti anche in provincia di Verona e Caltanissetta. L’inchiesta della Dda, coordinata dai pm Ilda Boccassini, Paolo Storari e Francesca Celle, ha riguardato in particolare le cosche dei comuni brianzoli di Calolziocorte, di Cermenate e di Fino Mornasco, tutte facenti parte della nuova ‘Ndrangheta del Nord Italia, chiamata “La Lombardia”.
Dopo due anni di intercettazioni ambientali e filmati, sono stati documentati, in particolare, i rituali mafiosi per il conferimento delle cariche interne e le modalità di affiliazione. È la prima volta che viene ripresa la cerimonia di conferimento della Santa. I filmati, che riprendono i boss durante le cosiddette “mangiate“, mostrano l’uso di un linguaggio in codice, in cui il capo della locale viene chiamato Garibaldi, il contabile Mazzini, mentre il Mastro di giornata, tra le più alte cariche dell’associazione, viene chiamato La Marmora. Un altro filmato mostra tutta la violenza delle ‘ndrine: i giuramenti vengono fatti davanti con una pistola e una pastiglia di cianuro, che servono come monito al nuovo affiliato sulla sua sorte in caso di tradimento o “grave trascuranza”. Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!”, spiegano i boss, intercettati, altrimenti c’è sempre “una pastiglia di cianuro” oppure “vi buttate dalla montagna”.