Di quell’incidente il 29enne Vincenzo Maria Scarpati ricorda poco o nulla, un buco nero nella mente, venti giorni di coma in un letto dell’ospedale Loreto Mare di Napoli: “Tornavo a casa ad Ercolano dall’università, avevo preso un libro”. È il 6 agosto 2010 e un treno della Circumvesuviana di Napoli accelera senza ragione nel tratto da piazza Garibaldi al Centro direzionale e deraglia in curva, nella zona di Gianturco. È una catastrofe: un morto, 58 feriti, il più grave è Vincenzo. Il ragazzo riporta un trauma cranico, emorragie interne, un braccio fratturato. I medici lo fanno galleggiare nel limbo del coma farmacologico per settimane, per consentire al suo organismo di riprendersi poco alla volta. Vincenzo ce la fa e dopo qualche mese di riabilitazione tornerà a studiare e a viaggiare in Circumvesuviana.
“Sono figlio di un ferroviere, ho sempre amato i treni e il mio sogno è di lavorare in questo settore. Non potevo certo farmi vincere dalla paura, dovevo subito risalire a cavallo”. Poche settimane fa la legge del contrappasso declinata in positivo. Vincenzo si laurea in Informatica alla Parthenope con una tesi collegata al trasporto ferroviario: “Automatic Vehicle Monitoring – il caso studio dell’Ente Autonomo Volturno (Eav)”. Ovvero il sistema di monitoraggio in tempo reale del trasporto ferroviario della Circumvesuviana. Un sistema studiato per rendere più sicuri ed efficienti i tragitti. Ed i soccorsi, se necessario. La tesi è il frutto anche dell’esperienza compiuta da aprile a luglio in uno stage presso l’Eav, che è la società che gestisce la Circumvesuviana e che ha dato un’opportunità al giovane ed ha risposto ad un curriculum che Vincenzo aveva inviato anche a Trenitalia senza ottenere risposta.
Viene spontaneo chiedersi se tutto questo sia una coincidenza o piuttosto l’intuizione di un docente universitario che conosceva la vicenda di Vincenzo. Lui, interpellato sul punto, offre una terza spiegazione: “Io ero vicino alla laurea al momento dell’incidente. Mi mancavano quattro esami, il tirocinio. Ho scoperto che la Parthenope aveva una vecchia convenzione con la Circum. Mi sono proposto. Ma senza raccontare loro quello che mi era successo. Non volevo aiuti particolari, volevo solo realizzare il mio desiderio”. Ovviamente appena Vincenzo entra in Eav qualcuno lo riconosce e lo collega al terribile deragliamento. Tecnici e dirigenti dell’azienda dei trasporti si fanno in quattro per metterlo a suo agio. Vincenzo compie lo stage presso i Sistemi Informativi per l’Esercizio. Lavora agli standard di sicurezza ferroviaria, a un progetto di studio e ricerca che diventerà il corpo della tesi di laurea e che riguarda il miglioramento del ‘cervellone’ di Porta Nolana dove confluiscono tutte le informazioni sui treni, sul numero dei passeggeri a bordo, sulla presenza di personale, sui tempi di percorrenza, sull’emergere di eventuali guasti o problematiche di qualsiasi tipo. Perché la disgrazia di Gianturco deve diventare solo un brutto ricordo. Per Vincenzo e per tutti. Vincenzo (foto dal profilo Facebook) ora spera di restare in Eav, o comunque di lavorare nel mondo dei treni e delle ferrovie: “Attualmente sono inoccupato”.