Prima, grossa grana per il neo presidente: se la questione non si risolve, il club potrebbe ritornare alla vecchia proprietà, che ha diramato un comunicato al veleno. Intanto è rientrato lo screzio con Saputo sulla scelta del ds. Ma sul campo la squadra non rende
Fidejussioni non presentate, scintille con il superamico e socio Joey Saputo, perfino un punto in due partite con una sconfitta all’ultimo minuto in casa col Brescia che fa passare la voglia della poltrona gold allo stadio Dall’Ara. Il risveglio dopo la luna di miele con il Bologna Calcio per il neopresidente Joe Tacopina è un discreto incubo targato realtà. Il tormento, prima della tanto agognata estasi di Serie A, passa ancora dalla proprietà completa del club rossoblù di cui è diventato presidente a metà, dopo l’esperienza societaria alla Roma. Il campanello d’allarme suona poco prima del match Bologna-Brescia dell’ultima giornata di B: la fideiussione da 6 milioni di euro che Tacopina avrebbe dovuto presentare a garanzia della seconda tranche di aumento di capitale del Bologna Calcio non è arrivata nelle tasche di Bologna 2010, la società dell’ex presidente Guaraldi, entro la scadenza stabilita.
Insomma, Tacopina – che ha voluto iniziare questa avventura finanziaria addossandosi ogni cifra senza ricorrere al compagno d’affari, l’imprenditore canadese Joey Saputo – non ha pagato. E dopo 4 giorni ancora non paga. Si viene a sapere che la banca scelta dall’avvocato newyorchese non è gradita dagli ex soci che vorrebbero garanzie per quel pagamento da un istituto di credito più blasonato. Più facile e dirsi che a farsi in tempi di crisi, figuriamoci in Italia. Tra i flash degli smartphone davanti allo stadio a farsi ritrarre con nonni, nipotini e sciarpe rossoblù, ecco il primo passo falso del neopresidente Joe che sul sito web del Bologna fa scrivere: “La vecchia proprietà ci ha concesso 15 giorni di proroga per trovare una nuova banca”. Apriti cielo, Bologna 2010 riunisce l’oramai defunto cda che ha portato il Bologna in B e a stretto giro rilascia un comunicato al veleno: “Tacopina non ha prodotto nei termini stabiliti del 15 novembre 2014 la fidejussione di euro 5.874.200, violando il contratto relativo alla cessione di Bologna Fc 1909. In merito a questa situazione, ha rilasciato dichiarazioni non veritiere, forse pensando solo alla ribalta mediatica”.
Insomma, a Tacopina nessuno ha concesso proroghe. E in calce c’è pure la velata ipotesi di una battaglia legale in sede civile (“I soci di Bologna 2010 agiranno nei modi e nelle sedi più opportune”) che Tacopina potrebbe scongiurare solo in tempi rapidissimi con una nuova fidejussione senza la quale, nel peggiore degli scenari, potrebbe perfino far tornare il club nella mani di Guaraldi. Così per una grana, enorme, che rimane, ecco il rilancio comunicativo che viene: l’annuncio della composizione ufficiale del cda con il rientro di Saputo. L’industriale milionario proprietario degli Impact Montreal negli ultimi giorni sembrava perfino orientato a mollare tutto per via di differenti vedute con Tacopina sull’assetto societario. Il canadese vuole subito Pantaleo Corvino direttore sportivo del Bologna; Joe invece sarebbe più dell’avviso di mantenere l’attuale direttore tecnico Fusco almeno fino a gennaio.
Ma i più vicini a Tacopina fanno intuire che in questo momento di impasse finanziaria meglio avere Saputo tranquillo al fianco che oltreoceano imbestialito. Così a breve Corvino assieme ad un altro big del nuovo cda, Claudio Fenucci, appena arrivato dalla Roma e prossimo ad della società, già da gennaio acquisteranno nuovi giocatori con vista contrattuale sulla A. Eppure in quella lunga lista di nuovi soci in cda, tra cui troviamo perfino un commercialista della Prefettura della Santa Sede, Gianluca Pirredda, il povero Saputo nonostante il non rispetto dell’ordine alfabetico se ne sta ultimo tra gli ultimi in fondo all’elenco, lui che un Nestor e un Goldfarb con i miliardi fatti a vendere latticini se li potrebbe comprare con un assegno lasciato in bianco. Ultimo dettaglio, ma non di certo in ordine d’importanza, sono i risultati sul campo. Un punto in tre partite, tutte e due in casa – 0 a 0 col Carpi, 1 a 2 col Brescia persa negli ultimi dieci minuti –, non regalano troppa serenità ad un Bologna sceso in 15 giorni dal primo al settimo posto. L’incubo delle pastoie di una B lunga e perigliosa per Joe è appena iniziato.