Al termine della tradizionale udienza generale del mercoledì, Bergoglio ha espresso la sua "preoccupazione per l’allarmante aumento della tensione a Gerusalemme e in altre zone della Terra Santa". Il pontefice ha anche rivolto un pensiero alle vittime delle alluvioni avvenute nel Nord Italia
“Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento!”. Nuovo accorato appello di Papa Francesco per la pace in Terra Santa con una forte condanna del recente attentato terroristico in una sinagoga di Gerusalemme. Al termine della tradizionale udienza generale del mercoledì, Bergoglio ha espresso la sua “preoccupazione per l’allarmante aumento della tensione a Gerusalemme e in altre zone della Terra Santa, con episodi inaccettabili di violenza che non risparmiano neanche i luoghi di culto. Assicuro – ha aggiunto il Papa – una particolare preghiera per tutte le vittime di tale drammatica situazione e per quanti più ne soffrono le conseguenze. Dal profondo del cuore, rivolgo alle parti implicate un appello affinché si ponga fine alla spirale di odio e di violenza e si prendano decisioni coraggiose per la riconciliazione e la pace”. Un appello che arriva dopo che nelle ultime due settimane il bilancio degli scontri tra israeliani e palestinesi ha registrato oltre 15 morti.
Papa Francesco è da sempre impegnato nella difficile opera di mediazione per la risoluzione del conflitto nella regione mediorientale. Di portata storica è stato l’incontro di preghiera per la pace in Terra Santa svoltosi in Vaticano due settimane dopo il viaggio di Bergoglio ad Amman, Betlemme e Gerusalemme, con l’allora presidente israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Abu Mazen. I due leader si abbracciarono davanti a Bergoglio che ribadì con forza che “palestinesi e israeliani sono fratelli, non avversari o nemici”, e che “ci vuole molto più coraggio per fare la pace che per fare la guerra”. Un incontro che, come ha sottolineato lo stesso Francesco, “non è avvenuto invano perché la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né a rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione”.
Più volte durante il suo viaggio in Terra Santa, nel maggio 2014, il Papa aveva chiesto di “non strumentalizzare la violenza in nome di Dio“. Bergoglio aveva ribadito anche la posizione della Santa Sede per la “soluzione dei due Stati“. “Da una parte, – come ha spiegato il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin – il diritto di Israele di esistere e godere di pace e di sicurezza all’interno di confini internazionalmente riconosciuti; dall’altra il diritto del popolo palestinese, di avere una patria, sovrana e indipendente, il diritto di spostarsi liberamente, il diritto di vivere in dignità. E poi, il riconoscimento del carattere sacro e universale della città di Gerusalemme, della sua eredità culturale e religiosa: quindi, come luogo di pellegrinaggio dei fedeli delle tre religioni monoteiste”.
All’udienza generale del mercoledì, il Papa ha voluto anche rivolgere un invito ai giovani professionisti, agli impresari e a gli imprenditori che hanno preso parte al convegno promosso dal “World Economic Forum” per promuovere vie e atteggiamenti che aiutino a superare l’esclusione sociale ed economica. “Auspico – ha affermato Francesco – che l’iniziativa contribuisca a favorire una nuova mentalità in cui il denaro non sia considerato idolo da servire, ma un mezzo per perseguire il bene comune”. Infine, un pensiero per le “vittime della recente alluvione in Liguria e nel Nord Italia: preghiamo per loro e per i familiari e siamo solidali con quanti hanno subito dei danni”.
Twitter: @FrancescoGrana