A distanza di 43 anni dall’esordio, la Premiata Forneria Marconi ritorna con una collana di cinque “nuovi” album dal vivo, sotto il titolo unico Il suono del tempo.
Una serie di concerti “filologici” nei quali la Pfm esegue le intere track list dei primi cinque dischi, con i quali guadagnò il titolo di band rock italiana per eccellenza. Già, perché l’unica volta che il rock italiano ha ricevuto attenzione dall’estero che conta – non il Sudamerica o la Germania dunque, bensì Stati Uniti e Regno Unito –, è stato a metà degli Anni 70, grazie all’ascesa della Pfm, sigla coniata per facilitarne la pronuncia agli stranieri.
È questo il periodo in cui l’utilizzo del Moog, strumento in grado di produrre uno straordinario assortimento di suoni, vive gli anni d’oro. Grazie soprattutto al lavoro di ricerca di artisti d’avanguardia, dai minimalisti ai gruppi rock inglesi come Genesis, Emerson Lake & Palmer o Moody Blues, che ne sperimentano le potenzialità allargandone gli orizzonti. La Premiata Forneria Marconi si inserisce perfettamente in questo filone che verrà in seguito etichettato come Progressive, e già con la prima uscita discografica, avvenuta nel novembre del 1971, riesce a imporsi all’attenzione di pubblico e critica.
I nuovi cinque album dal vivo, oltreché rinfrescare la memoria di chi s’ostina a ripetere che il rock in Italia “non ha mai avuto cittadinanza”, celebrano anche il quarantennale de L’Isola di niente, disco che venne pubblicato all’estero sotto il titolo The World Became The World. La nuova versione, a cui è stato dato il titolo Un’Isola, contiene anche il brano Via Lumiere che non era mai stato eseguito dal vivo prima d’ora.