E’ morta ad 88 anni la “Duchessa d’Alba” di Spagna, ovvero la donna che con oltre 50 titoli nobiliari, tra cui 5 da duchessa e 18 da marchesa, ha detenuto il record di aristocratica più titolata al mondo secondo il Guinness dei Primati e che, per ordine protocollare, non è tenuta a inchinarsi davanti alla regina d’Inghilterra. Ne danno notizia a tutta pagina i principali siti web spagnoli, da El Pais a El Mundo, con una quantità impressionante di fondi e speciali, che forse soltanto nell’Inghilterra di Kate e William, o di Carlo e Diana, avrebbero concorso alla pari. Perché la Duchessa d’Alba, al secolo María del Rosario Cayetana Fitz-James Stuart, era uno dei personaggi pubblici più popolari di Spagna.

In questo strano incrociarsi di tradizione nobiliare, esposizione mediatica e cattolicesimo tradizionalista, di monarchia sopravvissuta alla dittatura di Franco e dell’ultimo evo “pop” della democrazia “liberal” dell’ex premier Zapatero, la discendente di Giacomo II d’Inghilterra – l’ultimo monarca cattolico a regnare tra il 1685 al 1688 sui tre regni britannici – si era creata una nomea anticonformista poco incline allo snobismo e molto dedita al bagno di folla di uno stadio.

Tre matrimoni chiacchieratissimi, decine di love story (dal torero Pepe Luis Vazquez ad Aspreno Colonna ad Ali Khan, padre dell’attuale Aga Khan), un patrimonio immenso quantificato tra uno e tre miliardi di euro, una verve esibita in pubblico che l’ha spinta diverse volte tra un altare papale e un ricevimento coronato a sussurrare ad Alfredo Sanchez Monteseirin, sindaco socialista di Siviglia dal 2009 al 2011, “non potrò definirmi socialista, ma almeno filipista sì” (gioco di parole tra felipismo del premier socialista Felipe Gonzalez e il felipismo del re cattolico Filippo il Bello, ndr), ma anche a non cedere nemmeno un metro di terra di fronte ad una nota richiesta di esproprio dei contadini dell’Estremadura nel 1990.

Discendente di Giacomo II d’Inghilterra, attraverso il suo figlio illegittimo James Fitz-James, I duca di Berwick (1670–1734) e Arabella Churchill, unica sorella di John Churchill, I duca di Marlborough, la Duchessa D’Alba risulta perfino lontanissima parente sia di Winston Churchill che di Diana, Principessa del Galles. Rifugiatasi da bambina durante il franchismo prima a Parigi, poi a Londra, nel 1947 convola a nozze per la prima volta con Luis Martínez de Irujo y Artázcoz, nobile spagnolo che aveva combattuto tra le file dei nazionalisti di Franco. Matrimonio che dura fino al 1972, quando il marito muore di leucemia. E visto che i tempi e la storia apparentemente cambiano, ecco che la Duchessa d’Alba in contemporanea con l’addio al franchismo per l’intera Spagna, sposa nel 1978 Jesús Aguirre y Ortiz de Zárate, negli anni sessanta noto prete di sinistra, membro attivo del Fronte di liberazione popolare di ispirazione castrista.

Con la morte di Aguirre nel 2001, la nobildonna si risposa con un ex impiegato statale socialista di 24 anni più giovane di lei. Bellezza autentica poi rovinata da numerosi interventi di chirurgia plastica, la Duchessa d’Alba ha potuto usufruire di un patrimonio tra beni mobili e immobili che secondo le stime più basse è attorno al miliardo e mezzo di euro: decine di palazzi, case e castelli, tra cui il palazzo Liria di Madrid, sede di una collezione pittorica dal valore inestimabile con quadri di Goya, Velazquez, Tiziano e Rubens, luogo in cui la famiglia della duchessa dovrà continuare ad applicare la gratuità d’entrata per il pubblico quattro giorni alla settimana come vuole un decreto del governo spagnolo.

Numerose le eccentricità e le stravaganze della donna che l’hanno resa icona del popolo come quella di andare a comprare vestiti nel dopoguerra ai grandi magazzini Galerias Preciados o usare il treno Tav per spostarsi da Madrid a Siviglia. Cayetan Fitz-James Stuart malata di polmonite ha voluto trascorrere le sue ultime ore di vita nel Palazzo de Las Dueñas di Siviglia assieme al marito e ai sei figli a cui lascia un’eredità già divisa in parti non proprio proporzionate e che già prevedono liti ereditarie che diventeranno materia per i giornali spagnoli.

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