Il commissario straordinario dell'istituto di previdenza ha anche aperto alla possibilità di introdurre forme di flessibilità sui requisiti per l'uscita dal lavoro: "Questo è l'obiettivo per l'anno prossimo, ne stiamo parlando con il ministro Polettii"
“Non ho problemi. Sono abbastanza ricco per rinunciare al compenso”. Parola di Tiziano Treu, da fine settembre commissario straordinario dell’Inps e presidente in pectore dell’istituto. Che ha risposto così alle domande di un cronista de La Gabbia sull’opportunità di fare a meno dello stipendio per “dare un segnale al Paese”. Il decreto di nomina a commissario prevede che Treu, che percepisce già la pensione da professore universitario e il vitalizio da parlamentare, riceva quanto il predecessore Antonio Mastrapasqua, cioè 216.711 euro.
Quel che più conta per i pensionati italiani è l’apertura arrivata da Treu sul fronte delle modifiche alla riforma Fornero: “Ne stiamo discutendo, l’Inps presenterà delle proposte per una qualche forma di flessibilità“. Cioè la possibilità di lasciare il lavoro prima della data per l’assegno di vecchiaia, fissata a oltre 66 anni di età o oltre 42 anni di contributi (41 per le donne). Questo a fronte di penalizzazioni sulla somma mensile. “Credo che si deciderà dopo la legge di Stabilità. Quest’anno è chiuso, ma per l’anno prossimo credo che questo dovrà essere uno dei temi centrali”. Questo “è l’obiettivo, ma in che misura riusciamo a raggiungerlo dipenderà anche dai conti: la flessibilità massima costa tantissimo”, ha anticipato Treu. Per trovare le risorse necessarie “ci sono diverse opzioni” e “ne stiamo parlando anche con il ministro Poletti, ma naturalmente sarà il Parlamento a decidere”.
Treu ha però frenato sulla possibilità di un referendum contro la riforma firmata dall’ex ministro del Lavoro: “Sta seguendo il suo iter, ma mi pare che gli ultimi referendum approvati risalgano a vent’anni fa…”. Il testo quindi “si può migliorare e aggiustare, ma non stravolgere”.