Il M5S, la Lega Nord, l’Ukip, il Front National e qualche altra piccola formazione di estrema destra, hanno presentato una mozione di censura nei confronti del presidente della Commissione europa Jean-Claude Juncker alla luce dello scandalo LuxLeaks.
Vedere i nomi dei 17 eurodeputati pentastellati nello stesso elenco di Marine Le Pen e Mario Borghezio fa un certo effetto. Eppure è vero. A seguito dello scandalo LuxLeaks, il Movimento 5 Stelle ha presentato al Presidente del Parlamento europeo una mozione di censura nei confronti della Commissione Juncker, mozione firmata dai membri del gruppo EFDD – come Ukip – e da molti eurodeputati non iscritti – come la Lega di Salvini e il Front National della Le Pen. Adesso la mozione verrà discussa e votata dal Parlamento in seduta plenaria la prossima settimana a Strasburgo. Fonti del M5S fanno sapere che l’adesione alla mozione era aperta a tutti gli eurodeputati.
“Lo scandalo LuxLeaks dimostra che Juncker nella sua vita politica ha sempre agito nell’esclusivo interesse della sua appartenenza nazionale e che ha fatto arricchire il proprio Paese alle spalle degli altri partner europei, in spregio all’Unione e allo spirito comunitario che lui spera di rappresentare”, si legge in una nota ufficiale del Movimento. A dirla tutta, la critica a Juncker non fa una grinza. Dire “imbarazzo politico” per il lussemburghese è dire poco. Eppure nel suo discorso al Parlamento europeo la settimana scorsa Juncker ha detto che avrebbe fatto il massimo per far cambiare rotta all’Europa garantendo massima indipendenza alla Commissaria Ue in carica dell’indagine sul regime fiscale del Lussemburgo. Il punto è: Juncker dovrebbe dimettersi? Forse. In questo caso dovrebbe farlo anche il vice presidente della Commissione europea, l’olandese Frans Timmermans, visto che anche i Paesi Bassi – come l’Irlanda – non hanno la coscienza pulita per quanto riguarda le agevolazioni fiscali.
Tuttavia vale la pena soffermarsi su un altro punto: ammessa e (personalmente) concessa la buona fede dei 5 stelle nel voler condannare quanto fatto dal Lussemburgo, sembra altrettanto evidente la strumentalizzazione politica fatta dagli altri firmatari di questa mozione. La Lega Nord, il Front National e l’Ukip avrebbero firmato qualsiasi cosa pur di chiedere le dimissioni di Juncker, non tanto e non solo per una questione di giustizia sociale – l’Ukip è contro la tassazione sulle transazioni finanziarie e a favore della flat tax – quanto per “dare contro” all’Ue. Per carità, dal loro punto di vista non c’è niente che non vada, visto che l’opposizione all’Ue fa parte del loro programma politico. Fair enough.
Inoltre un punto di questa mozione fa riflettere: “I) whereas national tax sovereignty is a vital tool for competition and economic growth, but the Luxembourg tax deals are contradictory to the values of ensuring a fair competition among the Member States”. Insomma viene ribadito il concetto di “sovranità fiscale”, un principio inconciliabile con altre riforme per le quali il M5S si è detto a favore, come gli eurobond, ovvero la condivisione del debito a livello europeo.
Insomma, criticare Juncker è sacrosanto, chiederne le dimissioni comprensibile, ma resta il dubbio dei reali benefici per il M5S di questa mozione comune. Grillo ha detto recentemente a Bruxelles che il movimento è “ecumenico” e che “destra e sinistra non contano” bensì a contare sono “i progetti”. Ipse dixit.
@AlessioPisano
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