Sono 875mila i posti di lavoro che si potrebbero creare nell’Unione Europea, dei quali circa 140.000 in Italia, se l’Europa dei 28 perseguisse entro il 2020 l’obiettivo del 50% di raccolta differenziata sui rifiuti prodotti, così come prescritto dalla Direttiva Ue 2008/98/Ce.

Lo ha rilevato il Was Annual Report 2014 di Althesys, presentato oggi a Roma. Fornisce un quadro d’insieme dell’industria italiana del waste management e del riciclo e ne fa anche una valutazione economica alla luce nuovi obiettivi performanti introdotti nelle bozze delle principali direttive europee sui rifiuti, come l’aumento del riciclo al 70% entro il 2030 e l’eliminazione delle discariche.

“La gestione dei rifiuti” riferisce il rapporto, “ha una serie di ricadute sul sistema Paese. Lo studio ha stimato gli effetti ambientali, economici e sociali di diversi scenari futuri. Il raggiungimento degli obiettivi previsti al 2030 dalle revisioni delle direttive Ue (70% di riciclo totale) comporterebbe benefici potenziali netti per l’Italia fino a 15 miliardi di euro circa.”

Di fatto negli ultimi anni si è modificato il mix nella gestione dei rifiuti “con un aumento della raccolta differenziata (+4,6% nel triennio), con incrementi nelle quantità avviate a recupero di materia (riciclo +1,3%, compostaggio +1,9%) e di energia (+1,3%), mentre è diminuito lo smaltimento in discarica (-5,2%).”grafico1

Un dato interessante, se io differenzio i diversi materiali, ne ho un significativo vantaggio sia dal punto di vista della riduzione della C02 che del recupero in termini economici, pari, secondo Alessandro Marangoni, l’amministratore delegato di Althesys a 2,2 miliardi d’euro d’energia con i soli imballaggi, con un esempio per tutti: nell’Unione Europea il solo riciclo delle bottiglie in Pet, quelle di uso comune, in cinque anni ha prodotto benefici netti per 5,5 miliardi di euro, di cui 1,2 in Italia.

Ad oggi, rileva il rapporto, rimane una grande difformità lungo lo stivale: “Il mix di gestione italiano rimane tuttavia troppo sbilanciato sulle discariche, che in alcune aree del Paese sono la destinazione finale di oltre il 70% dei Ru prodotti. Se confrontato con quello europeo, il quadro italiano mostra valori solo lievemente peggiori della media, non discostandosi troppo da quelli di Paesi paragonabili per popolazione e contesto economico, come Francia e Regno Unito.

rifiuti urbani ue

Restano ancora molto distanti, invece, i Paesi del Nord Europa, che nel corso degli anni sono riusciti a ridurre drasticamente, se non addirittura ad azzerare, l’utilizzo della discarica.” Il margine di miglioramento è ampio basti guardare i dati forniti dalla Banca dati dell’Anci-Conai.

La raccolta differenziata è oltre il 50% in sette regioni (Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli, Marche e Sardegna), oltre il 46% per tre (Emilia Romagna, Valle D’Aosta e Umbria ) e sotto il 25% solo per Sicilia (10,7% di riciclo), Calabria (14,5%), Basilicata (19,5%) e Puglia (21,3%), ma non siamo ancora a regime per quanto riguarda la raccolta differenziata, il recupero e la valorizzazione dei materiali come materia prima seconda, ma il target del 65% che la normativa fissava per il 2012 è stato raggiunto solo dal 49% dei comuni italiani.

In tema di riduzione dei rifiuti indifferenziati ognuno deve fare la propria parte, amministrazioni pubbliche, consorzi nazionali per il recupero, la raccolta e il riciclo, ma anche i cittadini.

Per capire qual è il valore dei rifiuti alla Cascina Cuccagna  di Milano dal 21 al 23 novembre prossimi si tiene la 2° edizione di Giacimenti Urbani, mostra evento inserito nella Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, dove imparare insieme come trasformarli in risorsa. Per capire come si differenzia e che cosa c’è L’altra possibilità! Perché è importante differenziare acciaio, alluminio, carta, legno e plastica?, mostra didattica che attraverso esempi cerca di sciogliere i nodi critici della raccolta differenziata con i consorzi nazionali per la raccolta, il recupero e il riciclo della carta, dell’acciaio, dell’alluminio e della plastica del legno.

Per acquistare in modo consapevole e imparare a scegliere i prodotti anche in base all’imballaggio più o meno impattante c’è l’area mostra Less is more e l’incontro Qual è il valore del packaging. Per sapere quali sono le attività del territorio che favoriscono la riduzione dei rifiuti attraverso la riparazione, il riuso e il riciclo c’è L’incontro con i soci Mappa di Giacimenti Urbani.

Tantissimi anche i workshop e i laboratori per trasformare le bottiglie in lampadari, le cialde del caffè in gioielli, la carta da pacchi in carta da regalo e decorazioni natalizie, l’olio usato in sapone di Marsiglia, le carte del Monopoli in opere d’arte, gli abiti fuori moda in capi “in”, e infine sessioni dove imparare insieme ad aggiustare i piccoli elettrodomestici.

Lo scopo? E’ quello di ridare valore ai rifiuti, riappropriandoci della creatività e della capacità di lavorare con le mani che ha ciascuno di noi.

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