Sembra ormai incamminato sul viale del tramonto il pacchetto telecomunicazioni dell’ex commissaria Ue Neelie Kroes. Rischia di saltare così la fine del roaming, una delle misure cardine previste dal provvedimento e promessa ai cittadini. Ad avere la meglio, le resistenze degli Stati membri, sotto pressione delle grandi compagnie telefoniche, ma anche il cambio della guardia alla Commissione Ue, oltre alle critiche che l’iniziativa della Kroes aveva suscitato sin dall’inizio.
La sua proposta, presentata a settembre 2013, oltre alla fine del roaming prevista per il primo luglio 2016 includeva anche una serie di misure per garantire la neutralità della rete, l’assegnazione dello spettro e la protezione dei consumatori. Approvata a tempo di record dall’Europarlamento uscente prima della fine della legislatura, ma con modifiche sostanziali sulla net neutrality e anticipando la data di fine del roaming al 15 dicembre 2015, il testo si è arenato al Consiglio Ue.
Il dossier è passato nelle mani della presidenza italiana, che dall’estate sta lavorando per trovare un compromesso difficile. Ad opporsi, soprattutto la Germania, insieme a Francia – che aveva criticato la proposta Kroes trovandola inadeguata a rispondere alle sfide del digitale in Europa – e Spagna. E il testo in discussione viene ritenuto dall’attuale Commissione, secondo fonti Ue, “non abbastanza ambizioso”, per l’assenza di una data chiara sulla fine del roaming (su cui si è già mobilitata l’eurodeputata Pd Alessia Mosca con un’interrogazione), e “non soddisfacente” su neutralità di internet e spettro. Se ci sarà un blocco netto di Paesi venerdì alla riunione degli ambasciatori in preparazione del Consiglio telecomunicazioni della prossima settimana, l’obiettivo di un mandato negoziale della presidenza italiana potrebbe virare a un rapporto sui progressi fatti – comunque un risultato inedito.
Il nuovo esecutivo comunitario, però, sin da subito ha insistito sul rivedere il pacchetto presentato da quello uscente. “Il presidente Juncker ha dichiarato nelle sue linee guida che bisogna metterci più ambizione nella riforma in corso”, ha ricordato la portavoce Mina Andreeva. Tanto che un nuovo “pacchetto per il mercato unico digitale è già menzionato tra le iniziative principali per il 2015 nei documenti di lavoro della Commissione Ue”, anche se non ancora ufficialmente confermato. Bruxelles, però, per salvare la faccia con i cittadini, starebbe vagliando l’opzione di scorporare il roaming per farne un provvedimento da adottare subito, prendendosi invece il tempo necessario – consultando stati, industria e altri attori – per mettere insieme gli altri elementi in un corpo coerente, e non raffazzonato come molti all’interno del Berlaymont giudicano il pacchetto Kroes.