Dopo 25 anni di lavoro e due di lotta contro un tumore, una 52enne licenziata dopo essere rientrata in servizio alla Basell. Che fa sapere: "Solo ristrutturazione dell'area". Ma la Cgil: “Inaccettabile”. La vertenza si trasforma in un caso, in pieno dibattito su Jobs Act e articolo 18
Da tre anni era rientrata a lavoro dopo aver lottato contro un cancro al seno, ma per lei (e solo per lei) è arrivata la lettera di licenziamento in tronco, senza preavviso, il 17 novembre scorso. “Siamo esterefatti”, dicono dalla Cgil. “Si tratta di un semplice processo di riorganizzazione”, rispondono dall’azienda. La storia, che viene a galla nel pieno del dibattito su Jobs Act e articolo 18, è quella di P.T., una donna di 52 anni, da 25 al servizio della Basell Poliolefine Italia, azienda americana che, oltre che negli stabilimenti di Terni, Sesto San Giovanni e Ferrara, opera all’interno del polo petrolchimico di Brindisi per la produzione di polipropilene. È qui che firma, a carico della dipendente appena guarita (in parte), l’unico esubero su circa 130 unità.
“Un licenziamento che ha dell’incredibile. E l’anomalia della procedura porterebbe ad immaginare che la lavoratrice abbia commesso chissà quale azione riprovevole o dannosa nei confronti dell’azienda, tale da motivare un provvedimento così improvviso e sanzionato in modo così definitivo. Niente di tutto questo. Dopo 25 anni lavorati con professionalità e dedizione, è a lei che viene chiesto con grande ‘garbo’, con una bella ‘letterina di Natale’, di accomodarsi immediatamente fuori perché lei, solo lei, non rientra più nei piani economici ed organizzativi di questa grande azienda”. A denunciare i fatti è Salvatore Viva, segretario della Filctem Cgil brindisina. Si promette vertenza, senza sconti, senza possibilità di una transazione economica: “Non si possono calpestare i diritti dei lavoratori, ancor più se in gioco ci sono condotte professionali esemplari segnate da profonda sofferenza. Basell in Italia – aggiunge Viva – è l’azienda che è arrivata alla chiusura completa a Terni, lasciando per strada tantissimi lavoratori, che ha già lasciato strascichi a Milano e Ferrara e adesso toglie la maschera anche a Brindisi”.
Dalla società, la replica è affidata all’addetta stampa Loredana Elia: “Quel provvedimento rientra nella ristrutturazione, avviata due anni fa a livello europeo, dell’area Finance. Nello stabilimento pugliese ha visto il coinvolgimento di una posizione. È l’intero dipartimento amministrativo-finanziario ad essere stato riorganizzato, non il sito brindisino. La signora non sarà sostituita da altri. Proprio perché agiamo nel rispetto delle persone, la nostra politica, in riordini di questo tipo, è non entrare nel dettaglio delle singole storie dei dipendenti”.
Il ragionamento delle cifre, tuttavia, stavolta è andato a toccare l’anello più debole, una “donna che in questi anni aveva combattuto un terribile male sconfiggendolo in parte, che è rientrata in servizio il più presto possibile e che non ha mai voluto usufruire della Legge 104 per non sembrare di approfittare della propria malattia. La Basell avrebbe dovuto valutare la situazione”. Per la Cgil, i prodromi della decisione si erano già visti: “L’azienda ha continuato a pressare psicologicamente la lavoratrice, in questi ultimi due anni, facendola sentire sempre fuori dai giochi, con l’apoteosi finale di non considerarla nella festa di chi aveva compiuto venticinque anni di servizio, senza dare molte spiegazioni. Questo il benservito per chi ha mostrato attaccamento al proprio lavoro, correttezza ed onestà. Questa è la concreta dimostrazione di come noi lavoratori siamo, per questo tipo di imprese, solo dei numeri e come tali siamo cancellati con una semplice gomma che elimina ogni possibilità dignitosa di lavorare con passione”.