La Procura ha ricevuto un’informazione da parte dell’ospedale dove la donna, alla 17esima settimana e già madre di quattro figli, è sta stata ricoverata. L'ospedale: "No segni evidenti di percosse, lesioni o ematomi"
Una donna ha denunciato di aver perso il bimbo che portava in grembo a causa di una manganellata che avrebbe ricevuto negli scontri di martedì scorso a Milano, quando le forze dell’ordine erano intervenute per gli sgomberi di due centri sociali in zona Corvetto. La Procura di Milano ha ricevuto un’informazione da parte dell’ospedale dove la donna, alla sesto mese, e già madre di quattro figli, è stata ricoverata.
Ai medici della clinica Mangiagalli la signora ha raccontato di essere stata picchiata e di conseguenza è stata immediatamente redatta una nota. A coordinare le indagini e i primi accertamenti è il pm di turno Gianluca Prisco che indaga per procurato aborto. Di quanto accaduto è stato informato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. In un video il giorno degli scontri la donna, 37 anni, romena, aveva raccontato di essere stata aggredita da un uomo con la barba che l’aveva colpita con un bastone sulla pancia. Nella comunicazione i medici hanno riportato il suo racconto, ma hanno anche sottolineato che, dopo una prima visita la paziente non presentava “segni evidenti di percosse, lesioni o ematomi compatibili con la manganellata e tali da determinare la perdita del bambino”. Secondo i medici quindi non ci sarebbe un nesso di causalità tra il colpo ricevuto e il suo recente aborto.
Adesso si procederà con gli esami istologici per conoscere le motivazioni della morte del feto. Sarà l’autopsia dare qualche risposta in più. Intanto la donna, che è un occupante abusiva che vive in una casa nella zona di via Ravenna, è stata ascoltata dal pubblico ministero che è andato in ospedale a raccogliere la testimonianza.
Martedì 18 novembre alcuni occupanti dei centri sociali “Corvaccio” e “Rosanera”, sapendo che sarebbe iniziato lo sgombero, nella notte erano aliti sul tetto di una delle villette. Dopo che la polizia, presentatasi in tenuta antisommossa, li aveva fatti uscire, erano intervenuti un centinaio di appartenenti all’area antagonista ed erano scoppiati dei tafferugli con le forze dell’ordine. I manifestanti, decine di occupanti di alloggi popolari più i ragazzi dei centri sociali, avevano rovesciato dei cassonetti e lanciato sassi e fumogeni contro gli agenti, che avevano risposto con dei lacrimogeni.