Ventitrè arresti e 50 milioni sequestrati nell'operazione Caronte. Nel mirino del Ros, un presunto sistema tra Cosa nostra, politica e gli affari nel settore della logistica
Ventitré arresti e cinquanta milioni di euro sequestrati sono le cifre dell’operazione “Caronte” condotta dai Ros di Catania sotto il coordinamento dei magistrati Agata Santonocito e Antonino Fanara sul connubio tra mafia, politica e imprenditoria nel settore dei trasporti in Sicilia. In manette è finito il noto imprenditore catanese Vincenzo Ercolano titolare della ‘Geotrans Srl’ ed ex presidente della Federazione Autotrasportatori Italiana nella provincia etnea, che solo alle pendici dell’Etna conta circa 1500 addetti. Ercolano fa parte di una famiglia legata al mondo dei trasporti e nello stesso tempo a Cosa Nostra, il padre Giuseppe, detto anche “Zu Pippu”, era considerato da molti ‘il re degli ortofrutticoli’ e più volte coinvolto in inchieste di mafia, mentre il fratello Aldo e lo zio Benedetto Santapaola sono ormai da anni al 41bis, condannati all’ergastolo come capi di Cosa Nostra etnea. Nell’ordinanza di custudia cautelare emessa dal Gip anche i fratelli Vincenzo Aiello, già detenuto e condannato in primo grado nel processo “Iblis” a 22 anni per mafia, e Alfio Aiello, condannato in appello per associazione mafiosa.
Secondo gli inquirenti, l’asse Ercolano-Aiello operava nel settore logistico avvalendosi degli “imprenditori-affiliati” Francesco Caruso e Giuseppe Scuto, titolari di alcune ditte di trasporti, fornendo loro il sostegno negli affari avendone un notevole tornaconto. Tra gli interessi finiti sotto la lente della Procura di Catania guidata da Giovanni Salvi, anche il contratto stipulato, tra il 2005 e il 2006, dalla ‘Servizi Autostrade del Mare’ di Caruso con la ‘Amadeus Spa’, società riconducibile ad Amadeo Matacena, parlamentare Pdl e imprenditore calabrese attualmente latitante a Dubai già condannato in via definitiva a cinque anni di reclusione, più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per concorso esterno in associazione mafiosa, vicenda nella quale è stato coinvolto anche l’ex ministro Scajola, arrestato dalla Dia di Reggio Calabria, accusato di aver favorito la sua fuga all’estero. Matacena avrebbe fornito l’affitto di tre navi per permettere il transito dei tir e favorire il collegamento tra la Sicilia e la Calabria, per un costo complessivo stimato intorno a 120 mila euro al mese. Nonostante l’attività avesse ottenuto risultati notevoli, dopo circa 90 giorni il contratto venne interrotto e le parti si divisero.
Ercolano, qualche anno più tardi, proverà nuovamente ad usufruire degli ‘ecobonus’ europei per autotrasportatori che usano gli spostamenti marittmi, facendo il suo ingresso nel ‘Consorzio Ruote sul Mare’, senza però riuscirci in quando la società era già in fase di liquidazione. L’interesse verso gli ‘ecobonus’, aggiunge il Gip, aveva spinto la coppia Caruso-Scuto a prendere contatti anche con “esponenti politici di alto livello” che potessero in qualche modo aiutarli ad “accellerare le pratiche amministrative”. Nel 2008 fondano quindi il Partito Nazionale degli Autotrasportatori, con l’interesse di tutelare l’intera categoria della logistica e tramite l’ex deputato regionale Giovanni Cristaudo, condannato in appello a cinque anni per concorso esterno, sostengono alle elezioni europee del 2009 l’ex presidente della Regione Sicilia e leader del Movimento per le Autonomie Raffalele Lombardo, recentemente condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi per mafia nel processo Iblis. Durante la campagna elettorale vennero utilizzati i camion dell’PNA per pubblicizzare il logo del partito e l’immagine di Lombardo.
Nella lista degli affari della famiglia Santapaola-Ercolano c’era pure la fornitura della carne per la grande distribuzione. I tagli che finivano sui banconi degli hard discount Forté ed Eurospin Sicilia venivano controllati, secondo gli inquirenti, da Cosa nostra catanese tramite due imprenditori compiacenti.
di Saul Caia e Dario De Luca