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Masi e il “doppio lavoro”, lettera di Palazzo Chigi smentisce l’ex dg Rai

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Palazzo Chigi conferma la versione di ilfattoquotidiano.it sul doppio incarico di Mauro Masi. Da sette mesi Masi, noto alle cronache per aver diretto viale Mazzini negli anni del berlusconismo e protagonista di un famoso scontro telefonico con Michele Santoro, ha continuato a presiedere la Consap – la Spa concessionaria dei servizi assicurati – nonostante avesse già superato gli anni di aspettativa previsti da una norma in materia di mobilità tra pubblico e privato. Una lettera, che qualche giorno fa  è stata spedita dal segretario generale Mauro Bonaretti allo stesso Masi – e che è in possesso di ilfattoquotidiano.it – scarica tutta la responsabilità sull’attuale presidente e ad della Consap che, in virtù del D.lgs 165/2001, si sarebbe dovuto mettere a disposizione della presidenza del Consiglio all’indomani della scadenza dei termini dei cinque anni di aspettativa.

Del resto, la versione di Palazzo Chigi è chiarissima e smentisce clamorosamente quanto dichiarato dall’ex dg della Rai proprio al fattoquotidiano.it : “Io ho avuto due distacchi e il secondo risale al 10 giugno del 2011, quindi non sono passati i 5 anni. La mia, in qualità di giurista, vuole essere una precisazione in punta di diritto”. Parole che non trovano riscontro nella missiva di Piazza Colonna. Come si legge nel documento in nostro possesso, non c’è stato alcun distacco. Anzi. Ma “il Cons.Masi – scrive il segretario generale Mauro Bonaretti – già collocato, con il decreto in data 3 aprile 2009, in posizione di aspettativa senza assegni, ai sensi dell’art. 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n.165, permane nella medesima posizione per la durata dell’espletamento dell’incarico di Amministratore delegato della Consap S.pa”.

Inoltre Palazzo Chigi fa sapere che “a tale riguardo, si rappresenta che questa Amministrazione procederà ai conseguenti adempimenti in relazione alle disposizione”. Il messaggio della presidenza del Consiglio appare netto: il contratto è da considerarsi praticamente risolto.

Twitter: @GiuseppeFalci

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