E’ corsa contro il tempo per salvare i 67 daini che la Provincia di Ravenna vuole abbattere. Eleonora Schonewald, una ricca industriale di origine tedesca, che tra Castiglione (Ra) e Piacenza possiede tre tenute zeppe di animali da compagnia, come del resto tigri, leoni e cavalli, ha fatto un appello agli organi istituzionali ravennati responsabili del controllo e selezione dei daini: “Li prendo io e pago ogni spesa”. La Provincia di Ravenna ha infatti deliberato pochi giorni fa il piano di abbattimento dei “bambi” ravennati in sovrannumero – 67 su 235 – presenti nella pineta di Classe. Motivo? I daini inseriti in località Fosso Ghiaia qualche decennio fa proprio dall’uomo si sarebbero riprodotti in notevole quantità, a poche centinaia di metri dalla spiaggia e dal mare, tanto che sarebbero diventati un pericolo per la popolazione, per i campi coltivati e gli automobilisti. Dopo aver sentito i pareri dell’Ente Parco del Delta del Po e l’Ispra (Istituto per la prevenzione e la tutela ambientale), la Provincia ha predisposto il piano di abbattimento che verrà effettuato da alcune decine di selezionati “selecontrollori” (cacciatori con apposito patentino per abbattere animali ndr) fino alla fine di febbraio 2015.

A nulla sembrano essere valse le proteste e le proposte degli animalisti locali tra cui Essere Animali: i metodi ecologici del controllo della fertilità mediante sterilizzazione chirurgica e/o la somministrazione di farmaci contraccettivi. Tempi troppo lunghi, il problema è adesso, hanno spiegato dalla Provincia: quindi nulla potrà fermare una battuta di caccia con tanto di postazioni alte quattro metri su cui posizionarsi per poter prendere la mira più comodamente al passaggio dei daini. Anche se poco prima della scadenza per la selezione dei selecontrollori è intervenuta con un’intervista al Resto del Carlino la signora Schonewald che ha ribadito la volontà di acquistare i 67 daini e caricarsi di tutte le spese di trasporto, coprendo e seguendo tutto le procedure e le spese veterinarie del caso. A lei si è aggiunto Osvaldo Paci, direttore del Parco Safari di Ravenna, disposto ad aiutare la donna a catturare in modo non cruento i daini per poi portarne alcuni all’interno dello zoo. “Gli sparano e poi li eviscerano sul posto, una sorta di rito satanico e barbaro, quasi fossimo in Africa”, spiega la donna al fattoquotidiano.it riferendosi all’abbattimento dei daini predisposto dalla provincia, “i cacciatori sono persone sessualmente impotenti; comodo per loro starsene lì appollaiati per massacrare i daini. Vorrei vederli mentre li uccidono a mani nude”.

Eleonora Schonewald è disposta a spendere quei 20mila euro che la Provincia ha sostenuto di non poter disporre, per poi inserire nelle sue tenute i daini salvati: “Già nel 1987 con la chiusura di un circo Orfei presi con me un leone, alcune tigri e un’orsa. Poi tra le mie tre tenute ho 30 cavalli completamente liberi, 45 cani e gatti. Le due tigri che hanno spesso dormito in camera mia hanno perfino sventato una rapina in casa”. La Schonewald è comproprietaria del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung e minaccia ritorsioni “editoriali”: “Farò pubblicare articoli su quello che hanno fatto qui a Ravenna, sul sangue dei “bambi” che scorre sulle spiagge dove tanti turisti tedeschi vengono in vacanza. In Germania sono sensibili a queste cose e risolverebbero per legge e in modo non cruento la questione che qui diventa una specie di massacro”. “Già un anno fa ci offrimmo per portare nel nostro Zoo Safari i daini in eccesso accollandoci le spese”, spiega Paci, “da noi possono vivere in libertà, ma la Provincia non vuole saperne”. Uno dei tanti aspetti tecnici su cui molte associazioni animaliste chiedono chiarezza è il metodo di controllo, visto che i daini non hanno collari e non sono stati numerati; ma soprattutto non è ancora chiaro come avverrà l’abbattimento. Domande a cui la Provincia di Ravenna, più volte contattata dal fattoquotidiano.it, ha risposto con una nota: “La legge prevede l’assegnazione a privati solo a determinate condizioni; privati che devono essere detentori di apposite autorizzazioni. A tutt’oggi nessun privato in possesso di tali autorizzazioni ha presentato domanda”.

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