Non aiutano la pace. La Germania commenta in questo modo le recenti iniziative adottate da alcuni Paesi europei verso il riconoscimento dello Stato di Palestina. “Un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese – ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in conferenza stampa con il premier belga Michel a Berlino – non ci porta avanti sulla strada della soluzione dei due Stati”. Per Merkel è meglio concentrare gli sforzi di pace per far procedere il dialogo tra israeliani e palestinesi. L’opinione della Merkel arriva a una settimana esatta da un possibile nuovo passo da parte di uno Stato europeo, la Francia. L’Assemblea nazionale francese si esprimerà il 28 novembre sul riconoscimento, con il voto su una risoluzione che invita il governo di Parigi a farne “uno strumento per ottenere una soluzione definitiva del conflitto” israelo-palestinese.
La presa di posizione di Berlino arriva dopo che nelle ultime settimane diversi Paesi si sono pronunciati in questo senso. L’ultima in ordine di tempo è stata la Spagna. Il 18 novembre il Parlamento spagnolo ha approvato all’unanimità una risoluzione per il riconoscimento dello Stato della Palestina. Il testo, non vincolante e negoziato fra tutti i partiti, impegna il governo a “riconoscere la Palestina come Stato, soggetto di diritto internazionale“, riaffermando “la convinzione che l’unica soluzione possibile per il conflitto è la coesistenza di due Stati, Israele e Palestina”.
Giusto un mese prima, il 14 ottobre, era stata la volta del Regno Unito. Quel giorno la Camera dei Comuni approvava con 274 voti a favore e 12 contrari una mozione, presentata dal deputato laburista Graham Morris, con cui i parlamentari sollecitano il governo a riconoscere “lo Stato palestinese accanto a quello di Israele come parte di un contributo per garantire la soluzione dei due Stati”.
Il 28 novembre tocca a Parigi. Il dibattito in Francia, che sarà seguito dal voto su una risoluzione elaborata da un gruppo di deputati della maggioranza socialista guidati dall’ex ministro della Giustizia Elisabeth Guigou, è stato ufficialmente inserito all’ordine del giorno del 28 novembre. Fonti parlamentari parlano di piccoli disaccordi su alcuni passaggi del testo, e in particolare sull’inserimento di una condanna formale dei recenti attentati a Gerusalemme e di una richiesta di sollecitazione del riconoscimento di Israele da parte di Hamas.
Un vero e proprio riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina è arrivato dalla Svezia. Il 30 ottobre Margot Wallstrom, ministro degli Esteri, ha annunciato che la Svezia ha riconosciuto lo Stato di Palestina, con una mossa che il premier Stefan Löfven ha definito una priorità della sua coalizione di centro-sinistra. La Svezia, che è uno Stato membro dell’Ue, diventava così il terzo Paese dell’Europa occidentale ad avere ufficialmente riconosciuto la Palestina, unendosi a Malta e Cipro. Wallstrom ha spiegato che Stoccolma ha preso questa decisione perché “i criteri del diritto internazionale” sono rispettati e ci sono “un territorio, un popolo e un governo”.