Se il calcio è degli appassionati e gli appassionati non hanno la possibilità economica per poter incitare dal vivo la propria squadra, ci pensa la società. Succede a Taranto, dove domenica i tifosi disoccupati saranno ospiti del club. In una città suo malgrado simbolo di scelte politiche e industriali disastrose, lo sport diventa veicolo d’inclusione sociale. Chi non ha un lavoro potrà assistere gratuitamente alla partita contro la Sarnese grazie all’iniziativa “Occupa la tua passione”. Ai tifosi rossoblù disoccupati basterà presentarsi venerdì o sabato allo stadio Iacovone per attestare il proprio status e la società consegnerà un biglietto d’ingresso per il match di Serie D.
Quanti tarantini coglieranno l’occasione è difficile stabilirlo. Ma nella città dei due mari il tasso di disoccupazione viaggia attorno al 16 per cento ed è probabile che per Taranto-Sarnese i 3000 spettatori di media aumentino sensibilmente. “Questa società si è data sin da subito come priorità la promozione d’iniziative rivolte a penetrare nel tessuto sociale. Ecco perché domenica chi non può permettersi di pagare il biglietto sarà nostro ospite”, spiega a ilfattoquotidiano.it il presidente del Taranto Domenico Campitiello. Per quanto la politica societaria sia già di contenimento dei prezzi, resta comunque difficile intercettare chi lotta per garantirsi la quotidianità. Anche se nel capoluogo pugliese il calcio è questione di cuore.
Lo sa bene la nuova proprietà, visto che il club venne salvato nel 2012 dalla Fondazione Taras, un trust di tifosi che oggi conta 2000 soci ed è presente nella gestione del club. Oltre ad aver recentemente recuperato la coppa che venne conquistata dal Taranto in occasione della promozione in B nel 1954. Era finita all’asta su Ebay, l’hanno acquistata e accolta a casa. Quella di domenica è dunque solo l’ultima manifestazione del perfetto connubio tifosi-società. “Il calcio è un’azienda e come tale produce un qualcosa, nel nostro caso lo spettacolo del calcio, e per andare avanti ha bisogno di un acquirente, il tifoso. Può sembrare crudo, ma è una metafora imprenditoriale che credo renda l’idea – dice Campitiello – Per noi il tifoso è parte integrante del processo aziendale. Non c’è calcio senza di loro a patto che siano attenti, corretti ed educati così come una società deve esserlo nei confronti del bilancio”.
Club di antica tradizione, dopo aver sfiorato due volte la B nel nuovo millennio, ora il Taranto ha deciso di adottare un profilo diverso: nessun passo più lungo della gamba. La squadra è sesta nel Girone H della Serie D a dieci punti dall’Andria, dove ha perso 1-0 nell’ultima giornata di campionato. E domenica arriva la Sarnese, due punti in meno dei rossoblù. Partita importante per tentare il rilancio, di quelle che hanno bisogno di un pubblico caldo. Chi meglio dei tifosi costretti a rinunciare allo stadio per ragioni economiche? “Taranto è una realtà difficile, ma proprio per questo rispetto ad altre piazze qui c’è una spinta in più nel voler dare un risvolto positivo a quella che credo sia davvero una bella storia. La vera sfida dell’uomo è quella di accettare quelle importanti”. E Campitiello non chiude le porte a una stabilizzazione dell’iniziativa per coinvolgere i disoccupati: “Attendiamo di conoscere domenica la risposta da parte del pubblico e se ci saranno le possibilità sicuramente si potrebbe ripetere, magari fissando un biglietto con un prezzo simbolico“.