Ogni anno una location diversa. Questa è la formula del party itinerante di Generoso Di Meo, da ginecologo a enologo e miglior promoter di se stesso. Il risultato? Cinquecento invitati del gotha mitteleuropeo alla Royal Academy of Arts di Londra, tempio della cultura. Fra cui Damien Hirst e Mario Testino. Ma non tutti si sono resi conti di gustare ostriche e sgranocchiare aragoste davanti a uno dei più famosi ritratti di Joshua Reynolds, che è un po’ la ‘foto’ del primo padrone di casa della Royal Academy.
E siccome non si vive solo di “The Cal” (il calendario Pirelli), l’occasione gourmet era la vernice di un altro lunario d’autore “Il Grand Tour del Vesuvio“, rivisitato dal maestro del click Massimo Listri e promosso dalla associazione Di Meo Vini ed Arte e prefazione di Vittorio Sgarbi. Accompagnato da speciale etichetta di Taurasi Riserva in edizione limitatissima, per deliziare i palati di Gelasio Gaetani, della principessa Beatrice di Borbone, dell’eccentrica Gaia Servadio (in abito verde oliva ornato di piume di faggiano), di Ippolita Martone, moglie-sceneggiatrice del regista Mario.
Anche Generoso indossava uno smoking griffato Mariano Rubinacci, foderato di seta giallo oro con stampe ispirate ai luoghi deputati del Grand Tour. Con questa mostra, quest’anno ha voluto rinsaldare il rapporto tra Londra e Napoli, l’ex Capitale del Regno delle Due Sicilie, attraverso l’occhio di Listri, rievocando la Napoli di Sir William Hamilton, grande collezionista di quadri e oggetti molto apprezzati dai visitatori del Grand Tour, all’epoca stupiti dal fascino, appena venuto alla luce, di Pompei ed Ercolano”.
Varchi l’ingresso della villa ottocentesca. Tutto è partito da qui, Generoso, visioni strategiche e fiuto ineccepibile, con suo fratello Roberto si sono spinti ben oltre le vigne della loro terra irpina. Teatri, musei e ambasciate di tutto il mondo, gli spalancano le porte. Da New York a Madrid, passando per Mosca. E va beh l’abbiamo detto il prossimo appuntamento è propria la Russia della zarina Caterina. Il party più socialmente utile? Quello nell’antico Convento dei Girolamini, una meraviglia, per attirare l’attenzione sulle “chiese negate” ai napoletani.
Generoso è anche poeta, per diletto compone in rima baciata. Ecco una sua ode dedicata a chi scrive:
“Dottore mio, in questo mondo non c’è più religione” sentenziò così Donna Titina un dì mentre facevo colazione. Parole sante e benedette, avete proprio ragione! Pensate, la mia amica Januaria alla scienza s’è votata. Lei che era della gioia di vivere, l’allegria squisita evocatrice del bonton, delle mie feste del gossip, dei cafonazzi elegante pittrice ora ha scritto un tomo poderoso che a leggerlo deve essere pure assai noioso io per affetto tra i livres de chevet ce l’ho sul comodino non lo leggo? O lo leggo? È un dilemma sera e mattino…”
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