L'ex tesoriere del Pdl scatenato dopo Villa Gernetto: "Si prenda Verdini e lasci a noi immeritevoli, ingrati, che osiamo pensare e rispettare gli elettori il compito di far rinascere il centrodestra". La risposta del consigliere di B.: "Critiche ingenerose da chi sta in Parlamento da troppo tempo e ha avuto più di altri che meritavano quanto lui"
Maurizio Bianconi vuole sfrattare Silvio Berlusconi da Forza Italia. L’ex tesoriere del Pdl, da tempo critico nei confronti della linea morbida dell’ex Cavaliere nei confronti del governo Renzi, ha vissuto l’incontro di Villa Gernetto, definito “l’X Factor della politica”, una sorta di tentativo di rottamazione, come l’ultima goccia. “Presidente Berlusconi – scrive Bianconi – le vogliamo bene ma per il bene di tutti prenda Doris, gli amici del Patto, i volti nuovi, i selezionatori, quelli che si autodefiniscono fedelissimi, anche adesso che è sfumata l’ipotesi di una candidatura, vada a fare il suo nuovo partito, lasciando a noi immeritevoli, ingrati, che osiamo pensare e rispettare gli elettori il compito di tentare con Forza Italia, finalmente all’opposizione, il riscatto e la rinascita del centrodestra”. A difesa del “nuovo corso” berlusconiano, è arrivata la risposta del consigliere politico di Fi, Giovanni Toti: “Confezionare un indigeribile minestrone di critiche non solo è una attività autolesionista ma è anche ingeneroso per chi dal nostro movimento ha avuto ben più di altri che meritavano forse quanto lui”.
La #PrimaveraAzzurra a Villa #Gernetto con #Berlusconi. In campo per #ForzaItalia pic.twitter.com/7jnTgTVU7T
— Deborah Bergamini (@DeborahBergamin) 22 Novembre 2014
“Tredici milioni di italiani credevano in Forza Italia – aggiunge Bianconi – ora sono rimasti due o tre milioni: Berlusconi, fondi un altro partito e lasci questa minoranza di sostenitori nelle mani della vecchia guardia che sarà in grado di mettere in atto il riscatto politico”. Aretino, 68 anni, avvocato, Bianconi fa politica da oltre 40 anni. E’ stato ai vertici di Alleanza Nazionale, finché è esistita, poi ha fatto l’amministratore del Popolo delle Libertà. Di recente si vantava, tra l’altro, del fatto che mentre Forza Italia – che ha come cassiera Maria Rosaria Rossi, vicinissima a Berlusconi – lamenta debiti per cifre considerevoli, i conti del Pdl sono – ancora – in ottimo stato di salute. “Io personalmente i 10mila euro che chiede Berlusconi non li caccio – aveva detto – Non vedo perché devo pagare una macchina che sistematicamente me lo tira nel culo”. Nel mirino di Bianconi finisce in particolare il presidente della Banca Mediolanum Ennio Doris: “L’uomo che ha fatto una banca intorno a noi, che ora rammostra il figlio in tv, che ha scritto un libro sulla sua vita, è l’uomo della finanza di fiducia di Berlusconi. Colui, sembra, che lo indusse a fiduciare Monti e colui che oggi ci fa sapere che, se è vero che il Patto ha effetti politici disastrosi, tuttavia va tenuto in vita per il bene della comunità (di Mediolanum dicono i malpensanti). Lo stesso giorno il presidente Berlusconi addottora i volti nuovi selezionati da esperte volpi della politica, dotate del sesto senso che conta (Toti, Calabria, Cattaneo, peraltro persone degnissime) e dichiara che nel partito rifondato loro saranno gli eletti, essendo fra l’altro insoddisfatto dei suoi parlamentari, alcuni dei quali osano aver in mente le promesse elettorali”.
E poi le ultime frasi riservate a Berlusconi: “In più il giorno precedente il presidente ha confermato l’appoggio al Senato della vergogna, pietra tombale della democrazia in Italia. Tutto a 48/24 ore da elezioni, quasi a danneggiare ancor di più un partito già provato da errori ripetuti, patti vari, interessi estranei, comportamenti ondivaghi, faide locali, dirigenti territoriali impresentabili, assenza di linea politica coerente, assaltato da destra e da sinistra”.
Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, ha attaccato Bianconi e quanti, nel partito, hanno criticato le strategie di Forza Italia, a cominciare dal rapporto con il governo: “Scagliarsi contro ogni percorso di rinnovamento suona come la difesa di rendite di posizione di chi ormai in Parlamento evidentemente da troppo tempo. Chi preferisce criticare il nostro movimento quasi quotidianamente invece di contribuire alla critica delle politiche della maggioranza – ha aggiunto Toti – non aiuta la chiarezza della nostra azione”.
Bianconi non è l’unico in Forza Italia a criticare le scelte di Berlusconi. Gli attacchi al presidente, un tempo impensabili, arrivano da più voci del partito. A proposito di Villa Gernetto, Augusto Minzolini fa notare come “Renzi sta dimostrando dove porti l’eccesso di giovanilismo. Saverio Romano osserva che il partito, più che pensare a Bianconi, dovrebbe riflettere sull’esito delle elezioni in Emilia Romagna e Campania. Particolarmente polemico l’ex An Francesco Aracri: “La politica è l’arte del consenso, la roba di plastica non può funzionare. È normale che il signor Toti non l’abbia mai conosciuto? – si chiede -. Se do fastidio tolgo il disturbo”.
L’iniziativa di Villa Gernetto aveva scatenato già un duello su Twitter tra Nuovo Centrodestra e Forza Italia, in particolare tra Fabrizio Cicchitto e la responsabile comunicazione dei berlusconiani Deborah Bergamini.
Villa #Gernetto come #Cinecitta‘ negli anni Cinquanta di De Sica: volti nuovi per il cinema @NCD_tweet — cicchitto (@cicchitto) 23 Novembre 2014
@cicchitto di anni ’50 se ne intende. È più o meno da quegli anni che fa il politico. #PrimaveraAzzurra @forza_italia
— Deborah Bergamini (@DeborahBergamin) 23 Novembre 2014
Non capisco proprio perchè @DeborahBergamin evocando me e gli anni 50 attacchi cosi obliquamente Berlusconi @NCD_tweet
— cicchitto (@cicchitto) 23 Novembre 2014