Il 15 novembre si è chiusa la consultazione pubblica sul programma “La Buona Scuola” del governo Renzi. Per due mesi un sito ad-hoc del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha ricevuto una moltitudine di proposte sulle quali gli utenti che si erano registrati potevano esprimere il loro parere, dal semplice clic sul “mi piace” ad articolati commenti.
Il sito è stato organizzato in 16 “stanze”, cioè aree di proposte omogenee. Le prime 8 sono state aperte subite, le seconde 8 solo a tre settimane dalla chiusura della consultazione stessa.
Chi scrive ha contribuito ad una proposta per una delle seconde 8 stanze, quella denominata “Pensiero Computazionale“. Tale proposta argomenta a favore dell’insegnamento del pensiero computazionale nella scuola primaria e secondaria inferiore.
Com’è andata? Molto bene, considerato che tra le proposte che suggeriscono insegnamenti “specifici”, cioè relative a singole materie o argomenti, la nostra è stata la quarta più votata. Anzi, la seconda più votata se ci limitiamo alle proposte delle ultime 8 stanze (che sono state esposte all’attenzione generale per meno della metà del tempo delle altre). Di seguito i dati per le proposte che avevano almeno 300 mi piace sul sito stesso il 15 novembre alla chiusura formale della consultazione (l’asterisco indica che la proposta era presente in una delle ultime 8 stanze). In realtà sembra sia possibile continuare a votare, per cui vi sono proposte che nel frattempo hanno “scalato” posizioni.
– E
– Seconda lingua comunitaria: 388
– Più educazione motoria nella primaria: 377 (*)
– Pensiero computazionale nella primaria e secondaria inferiore: 344 (*)
– Insegnamento della filosofia anche al di fuori dei licei: 333 (*)
– Economia e diritto nella secondaria: 323 (*)
– Educazione psico-affettiva: 317 (*)
– Scienze integrate “scienze della terra e biologia”: 307
Ovviamente proposte di natura più trasversale hanno ottenuto migliaia e migliaia di adesioni (p.es.: Abilitati TFA in ruolo: 3121 mi piace; Immissioni in ruolo con triplo canale: 2891; Un pedagogista e un educatore in ogni scuola: 2280). Tali risultati sono facilmente comprensibili proprio tenendo conto del tipo di proposte.
Una nota di cautela metodologica: vi sono, sia nella stessa stanza che in stanze diverse, proposte simili o convergenti. Una consultazione pubblica non è una votazione e non basta limitarsi a contare i voti. È necessario un lavoro di analisi e sintesi, su cui il Ministero è all’opera, che faccia emergere una mappa consolidata delle richieste dei cittadini.
Tornando alla nostra proposta, ritengo un fatto molto positivo che in sole 3 settimane 344 persone, in maggioranza operanti nel mondo della formazione, si siano espresse favorevolmente sulla proposta di inserire l’apprendimento del pensiero computazionale nella scuola primaria e secondaria inferiore. Va ricordato, per i più scettici, che questa è già la situazione operante nel Regno Unito da settembre 2014 e che altri paesi europei (p.es.: la Francia) si stanno accingendo a varare simili iniziative.
Adesso bisognerà passare dalla fase propositiva a quella di consolidamento. Vedremo cosa accadrà.
Concordemente a questo buon risultato va ricordata l’ottima risposta ottenuta nelle scuole alla prima sperimentazione sul pensiero computazionale proposta dal progetto Programma il Futuro, avvenuta durante la settimana europea del codice (EU CodeWeek – 11-18 ottobre 2014). Se n’è parlato durante la conferenza stampa al MIUR lo scorso 29 ottobre. Quasi 1.200 classi coinvolte, con più di 22.000 studenti partecipanti e più di 16.000 che hanno completato almeno un’ora di pensiero computazionale. Per chi vuole approfondire i dati si rimanda alla presentazione presente sulla pagina della rassegna stampa.
Considerando che l’iniziativa era stata comunicata alle scuole solo tre settimane prima della sperimentazione e la partecipazione era volontaria, è chiaro che tali dati mostrano che il progetto risponde ad un’esigenza sentita.
Il prossimo appuntamento è per la settimana mondiale dell’Ora del Codice (Hour of Code), per la quale è prevista una partecipazione di 7.000 classi e 150.000 studenti. È interessante osservare come insegnanti e studenti gradiscano l’iniziativa, inviando ai profili Twitter e Facebook del progetto testimonianza delle loro esperienze.
Ci aspettiamo nel resto dell’anno una partecipazione ancora maggiore, perché con il pensiero computazionale si può apprendere divertendosi.