“Amianto? È stato fermato tutto quando Renzi ha tolto i 150 milioni del canone. Senza risorse non possiamo bonificare più nulla”, Claudio Baldasseroni è il segretario generale dello Snater, il sindacato autonomo dei lavoratori Rai. La sentenza Eternit lo ha colpito profondamente, così come il collega Piero Pellegrino, segretario nazionale dello stesso sindacato, da anni in prima linea sulle questioni di sicurezza sul lavoro in Rai: “Non ci sono soldi davvero – rincara – e i colleghi continuano a lavorare a viale Mazzini in una struttura coibentata con l’amianto; in direzione generale è stato bonificato solo il piano terra, cioè gli ingressi dove passano gli ospiti e i conduttori, mentre gli altri otto piani sono tutti da bonificare”.
In pratica “vengono tutelati i vip, mentre i lavoratori devono sorbirsi l’amianto”. La questione, nel dettaglio, è un po’ diversa da come la racconta Pellegrino. Ma, in qualche modo, anche peggiore. A viale Mazzini, appunto sede della direzione generale della Rai, che il palazzo sia pieno di amianto lo sanno tutti e duemila i dipendenti che ci lavorano. E il direttore generale, Luigi Gubitosi, aveva avviato un piano di bonifica minuziosa dell’immobile, che vale sul mercato circa 50 milioni di euro e la cui messa in sicurezza totale sarebbe costata alle casse dell’azienda circa la metà del suo valore, vale a dire 25 milioni. Già erano partite le ricerche di ditte per consentire la gara d’appalto internazionale (la Rai è costretta a farlo, in quanto azienda pubblica), poi la doccia fredda. Nonostante i previsti introiti della quotazione di Raiway, 280 milioni circa che solo in parte compenseranno i 150 sottratti dal governo Renzi più il 5%sul prossimo introito da canone inserito nella legge di Stabilità. Senza soldi, niente bonifica. Solo qualche “messa in sicurezza” di stanze particolari.
Si comincia dall’ingresso, quello principale; è stato totalmente bonificato. Da lì entrano ospiti e vip, ma anche gran parte dei lavoratori in realtà. Che, certo, poi passano dagli altri corridoi, ma in quel punto l’amianto era in condizioni così pericolose da dover intervenire subito. Dall’altra parte, il cosiddetto “ingresso di servizio”, invece, è rimasto così com’era; da lì passano i dipendenti e i dirigenti di fascia più bassa (ci sono i tornelli) perché quelli che lavorano ai piani alti hanno l’ascensore diretto ai loro uffici dall’ingresso principale. A proposito di piani alti. A sentire i responsabili della sicurezza delle sedi Rai romane, “sono stati ristrutturati, sempre dal punto di vista della messa in sicurezza dell’amianto,
Più si scende verso il basso, più la questione amianto resta insoluta. Ma c’è anche di peggio, rispetto a viale Mazzini.C’
da il Fatto Quotidiano del 22 novembre 2014