A Maria Grazia Pompa nello stesso giorno è stato revocato un incarico e assegnato un altro. Ma il punto è che è coinvolta nell'inchiesta che ha portato all'arresto del "ras della monnezza" Cerroni
Rimossa dall’incarico di dirigente in Regione Lazio, che aveva ottenuto grazie ad un ‘concorso fantasma’ ma, lo stesso giorno, nominata vicedirettore dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale (110mila euro all’anno) nonostante sia anche indagata per la vicenda rifiuti che ha travolto il ras della “monnezza” romana Manlio Cerroni. Succede in Regione Lazio. La protagonista è Maria Grazia Pompa, ex dirigente d’area supporto giuridico per le infrastrutture ed ex direttore dell’area rifiuti in Regione, descritta nelle carte dell’inchiesta sull’immondizia nel Lazio come la “protetta” di Raniero De Filippis e Luca Fegatelli, due funzionari regionali arrestati insieme a Cerroni. Un incarico da 110mila euro all’anno.
Nell’ordinanza del gip Massimo Battistini si sottolineava in particolare un atto ritenuto illegittimo della Regione Lazio – secondo l’accusa ottenuto con la complicità di Pompa – a favore di Eco Italia ’87, società del gruppo Cerroni, che ha avuto la possibilità di abbancare nella discarica dell’Inviolata a Guidonia “ulteriori 75mila metri cubi di rifiuti solidi urbani indifferenziati ‘tal quale’, senza alcun trattamento, in spregio totale all’art. 7 del dlgs 36/2003 e al principio della gerarchia dei rifiuti”. La Pompa – secondo l’ipotesi dell’accusa – prese il posto di Riccardo Ascenzo, alla direzione dell’area rifiuti, proprio per volontà dei suoi protettori poiché quest’ultimo stava creando parecchi problemi a Cerroni: per i magistrati, infatti, Ascenzo “mise il dito nella piaga” nel sistema delle tariffe dei rifiuti. E al suo posto arrivò Maria Grazia Pompa, la “protetta” di Fegatelli, accusato d’aver consentito alle società del Gruppo Cerroni di “confezionare la tariffa in relazione alle proprie esigenze”. La Pompa era il dirigente che si occupava delle tariffe e molte di queste sembrano aver agevolato l’imprenditore. “Appare evidente – scrive il gip – la correità dei funzionari regionali al gruppo criminale, e segnatamente dei soggetti che operano in sottordine rispetto al Fegatelli: Maria Grazia Pompa e Manuela Manetti firmatarie di molte note”.
Non solo. Secondo la Direr, il sindacato dei dirigenti regionali, è “stupefacente come una nomina che dovrebbe essere tecnica venga invece proposta da un fiduciario politico quale è il capo di gabinetto, senza nessuna procedura di pubblica evidenza – dichiara la segretaria regionale Roberta Bernardeschi – Ma in Regione Lazio a quanto pare la separazione netta tra gestione amministrativa e indirizzo politico, come prevede la legge, non è di casa”. IlFattoQuotidiano.it ha contattato l’ufficio stampa del presidente Nicola Zingaretti che senza entrare nello specifico della vicenda ha spiegato che i vice direttori nominati dal governatore, previsti nell’atto istitutivo dell’Arpa, “sono frutto d’intese condivise all’interno dell’assemblea regionale, per garantire il pluralismo delle forze politiche presenti”.