Secondo gli universitari, l'ex primo cittadino arrestato nell'inchiesta sulle tangenti per la grande opera non avrebbe i requisiti etici per insediarsi alla cattedra di diritto commerciale del turismo per l’anno 2014-2015
Gli studenti dell’Università di Venezia non vogliono l’ex sindaco Giorgio Orsoni come professore. Secondo gli universitari, l’ex primo cittadino, arrestato nell’inchiesta sulle tangenti per il Mose, non avrebbe i requisiti etici per insediarsi alla cattedra di diritto commerciale del turismo per l’anno 2014-2015, ruolo che aveva già ricoperto prima della sua elezione a sindaco. Gli studenti, secondo quanto riportato da il Gazzettino, hanno scritto al presidente del collegio didattico Jan Van der Borg e al direttore del dipartimento di economia Monica Billio, richiamando i “valori di trasparenza e merito” che caratterizzano l’ateneo veneziano e che Orsoni non trasmetterebbe. “Premesso che l’ex sindaco è ancora in attesa di giudizio per l’accusa di finanziamento illecito (nonostante il tentato patteggiamento) – scrivono gli studenti – riteniamo fondamentale che chi esercita l’attività dell’insegnamento sia un esempio e non solo a livello accademico”.
Giorgio Orsoni si è dimesso dalla carica di sindaco di Venezia lo scorso 13 giugno dopo l’arresto per lo scandalo delle tangenti in laguna. L’ex primo cittadino, secondo l’accusa, aveva ricevuto “tra i 400 e i 500mila euro” da Giovanni Mazzacurati, il presidente del Consorzio Venezia Nuova che gestisce i lavori relativi al Mose, la maxi opera, ancora in fase di realizzazione, che dovrebbe salvare Venezia dal rischio dell’acqua alta. Mazzacurati aveva detto ai pm di aver finanziato all’ex sindaco del Pd la campagna elettorale del 2010, poi vinta, contro Renato Brunetta. Finito ai domiciliari, aveva inizialmente patteggiato quattro mesi di reclusione e 15.000 euro di multa, ma il gup ha respinto la richiesta, perché la pena è stata considerata “incongrua rispetto alla gravità dei fatti”.