Aleah Chapin è un’artista americana che ha deciso di rompere con l’estetica dominante. Dipinge, a grandezza doppia del reale, donne nude non più giovani mostrandole nella loro autenticità fatta di macchie, cicatrici, smagliature, cellulite, rughe, pelle che cede alla gravità, peli pubici e capelli bianchi. Una scelta controcorrente nell’epoca della dittatura del fotoritocco che l’ha portata a vincere, nel 2012, il “Bp Portrait award”, prestigioso premio della National portrait gallery di Londra. Ed è proprio Londra ad averla celebrata nelle scorse settimane, con una personale appena conclusa alla Flower Gallery, intitolata “Maiden, madre, child and crone” (Vergine, madre, figlia e megera). La discussa mostra ha riunito ritratti giocosi di gruppo ( It was the sound of their feet), di coppie di madri e figlie (Jumanji and Gwen) e individuali (The tempest). Opere che, nel 2015, saranno esposte alla Gusford Gallery di Los Angeles.
Donne nude non più giovani mostrandole nella loro autenticità fatta di macchie, cicatrici, smagliature, cellulite, rughe, pelle che cede alla gravità
Ad accaparrarsi i lavori di questa 28enne originaria di Seattle (adesso di base a New York) collezionisti di peso nel panorama internazionale come Frank Cohen e Chris Ingram, che l’hanno inserita nella tradizione di artisti come Stanley Spencer, Lucian Freud e Jenny Saville. I suoi lavori, che hanno raggiunto quotazioni comprese tra le 15mila e le 35mila sterline, non piacciono però a tutti. Come racconta la stessa Chapin in diverse interviste, ci sono persone che non sopportano di vedere i corpi femminili non idealizzati e che provano fastidio di fronte alla nudità iperrealista. Quel che lei mette in mostra è qualcosa che, in genere, non è pubblico, che si vede soltanto nel chiuso delle case, mentre si è da sole di fronte allo specchio. Anche Facebook ha considerato troppo espliciti i suoi nudi e così, nelle scorse settimane, le ha chiuso la pagina (arrivata a quasi 10mila like) per “violazione degli standard della comunità”. Gli amministratori del social network hanno però dovuto fare marcia indietro in seguito alle proteste dei fan che hanno ribadito che, di fronte ad un’arte che invita a riflettere e a mettere in discussione i canoni estetici dominanti, non ci può essere censura.
Anche Facebook ha considerato troppo espliciti i suoi nudi e così, nelle scorse settimane, le ha chiuso la pagina (arrivata a quasi 10mila like) per “violazione degli standard della comunità”
Chapin seleziona le donne che finiscono nei suoi quadri tra le persone che conosce da anni. Il risultato finale non è sempre facile da digerire, per chi si è fatta ritrarre. Alcune donne hanno un momento di difficoltà appena si vedono. Purtroppo è normale che sia così, siamo tutte piene di insicurezze, ha detto di recente in un’intervista al Telegraph, ma è proprio per questo che è importante oltrepassare la norma estetica dominante. Uno dei progetti futuri di Chapin è dipingere anche figure maschili. Per ora sta lavorando con una coppia formata da marito e moglie ma, ha spiegato al Telegraph, non è semplice fare sentire a proprio agio un uomo nudo. Probabilmente la ragione è che ci sono pochi modelli di riferimento: nell’arte, così come nelle pubblicità, nei film e in tv, i nudi maschili sono meno rispetto a quelli femminili.