Riconferme, bocciature eccellenti, e new entry. Il day after delle elezioni Regionali dell’Emilia Romagna è anche il momento della conta delle preferenze, quello che decide chi starà dentro e chi starà fuori dalle torri di Viale Aldo Moro. Nell’aula prenderanno posto 42 nuovi volti su 50. Il pieno l’ha fatto ovviamente il Pd, con 30 eletti, compreso il presidente Stefano Bonaccini. Gli alleati di Sel si accontentano di 2 esponenti. Mentre all’opposizione ci saranno 9 nomi della Lega Nord, 2 di Forza Italia e uno di fratelli d’Italia, insieme a 5 del Movimento 5 stelle, e 1 consigliere della lista L’Altra Emilia Romagna.
Se si parte dalla cima, al top delle preferenze si piazza Simonetta Saliera del Pd, vicepresidente uscente della Regione. È lei la candidata più votata tra gli eletti della nuova Assemblea legislativa, con un bagaglio di quasi 12mila consensi personali. “Si tratta di un risultato che certifica come il lavoro quotidiano e duro fatto in questi anni nella giunta Errani abbia avuto un consenso positivo nell’elettorato”, ha commentato in una nota. Strada spianata anche per la civatiana Silvia Prodi, 48 anni, nipote di Romano, l’ex premier. È stata eletta nella circoscrizione di Reggio Emilia, grazie a poco meno di 4800 preferenze. Riconfermate le democratiche Roberta Mori a Reggio Emilia e, a Modena, la presidente uscente dell’Assemblea, Palma Costi. Nel Pd restano invece a bocca asciutta per una manciata di voti Daniele Zoffoli, ex segretario territoriale del Pd di Cesena e consigliere nella scorsa legislatura e Ouidad Bakkali assessore alla Cultura nel Comune di Ravenna, fuori per 254 schede. Non ce l’hanno fatta nemmeno Luciano Vecchi, chiamato a sostituire nella giunta regionale uscente l’ex assessore Giancarlo Muzzarelli una volta eletto sindaco di Modena, e Fulvio De Nigris, candidato nelle file del Partito democratico, noto anche per essere il fondatore della Casa dei risvegli intitolata a suo figlio Luca.
Guardando a destra, il recordman è invece Galeazzo Bignami, giovane “rottamatore” di Forza Italia, eletto nell’Assemblea regionale grazie a 9956 voti. Missione fallita invece per il suo collega di partito Michele Facci, consigliere comunale a Bologna in cerca del bis in Regione. Con 2649 preferenze si guadagna un seggio Fabio Rainieri, ex deputato e volto storico della Lega Nord emiliana, in particolare nella zona di Parma. Delusione invece per Umberto Bosco, giovane promessa del Carroccio, saltato agli onori delle cronache per le provocazioni sugli immigrati lanciate nei suoi spot elettorali autoprodotti.
Nel Movimento 5 stelle, oltre a Giulia Gibertoni, entra la fedelissima Silvia Piccinini, già candidata (senza successo) alle scorse Europee. Porte chiuse invece per Dario Pataccini, conduttore tv, coinvolto nella vicenda delle interviste a pagamento. La stessa che è costata l’espulsione all’ex capogruppo M5s Andrea Defranceschi. Così come rimane tagliata fuori Elena Cipolletta, moglie del consigliere comunale M5s di Rimini Luigi Camporesi. Niente da fare nemmeno per Giulio Cristofori, avvocato di Bologna votato alla causa dei 5 stelle.
Voto con beffa per Cristina Quintavalla, candidata alla presidenza con L’Altra Emilia-Romagna che non entrerà in consiglio: l’unico eletto della lista è infatti Piergiovanni Alleva, responsabile della consulta giuridica della Cgil. Tra gli esclusi eccellenti ci sono poi i consiglieri uscenti Silvia Noè, esponente di lungo corso dell’Udc nonché cognata di Pier Ferdinando Casini, l’ex Idv Sandro Mandini, e Franco Grillini, volto storico delle battaglie per i diritti Lgbt. Per quanto riguarda i guai giudiziari, sono 3 (su 12 candidati indagati) i consiglieri che entrano in Regione, al momento indagati nell’inchiesta sulle spese pazze della procura di Bologna: oltre a Bignami, ci sono Enrico Aimi, sempre di Forza Italia, e Antonio Mumolo del Pd. Bonaccini era stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito della stessa inchiesta, ma nel frattempo i pm hanno chiesto per lui l’archiviazione. Ora si attende la decisione del giudice.