In un audio dello scorso giugno l'ex vicepresidente Andrea Pozzi parla di "commissioni a titolo personale" ricevute in passato ai piani alti dell’ente per la scelta dei gestori dei fondi. Il movimento 5 Stelle: "Investimenti degli enti usati per ingrassare i vertici"
Mazzette. Un nuovo sospetto cala sugli investimenti della Fondazione Enasarco, la cassa di previdenza e assistenza degli agenti di commercio. In una registrazione audio di cui ilfattoquotidiano.it è venuto in possesso, l’ex vicepresidente Andrea Pozzi parla infatti di “commissioni a titolo personale” ricevute in passato ai piani alti dell’ente per la scelta dei gestori dei fondi. L’accusa si va ad aggiunge a quelle lanciate in precedenza proprio da Pozzi, che si è dimesso poco più di un anno fa denunciando i rischi che a suo parere corrono le pensioni future degli iscritti a causa di una serie di investimenti discutibili. Come operazioni fatte attraverso veicoli con sede nei paradisi fiscali e il portafoglio di derivati, tra cui la nota ex Anthracite, dietro cui potrebbero nascondersi perdite potenziali per oltre 500 milioni di euro.
La registrazione, che ilfattoquotidiano.it ha ottenuto in versione già tagliata, è un estratto dell’intervento di Pozzi all’assemblea elettiva della Federazione nazionale associazioni e rappresentanti di commercio (Fnaarc), che si è tenuta lo scorso 16 giugno 2014 nella sede milanese di Confcommercio, dove erano presenti le telecamere della stessa Confcommercio. La Fnaarc è l’organizzazione più rappresentativa tra quelle che hanno diritto di voto sui vertici di Enasarco, visto che ha il potere di nominare ben tre membri del suo cda. Durante il discorso in cui annuncia le proprie dimissioni dal consiglio direttivo della Fnaarc, Pozzi racconta di una cena del gennaio 2012 con Daniele Pace, ex consulente di Enasarco oltre che della cassa dei giornalisti (Inpgi). In quell’occasione – sostiene Pozzi – Pace lo informò dell’esistenza di un “sistema” alla base della scelta dei gestori, secondo cui “il direttore generale percepiva a titolo personale delle commissioni da parte dei gestori suddivise per il 70% per sé e per il 30% per il direttore generale. Questa è appropriazione indebita”.
Pozzi indica per due volte come presunto destinatario delle commissioni il direttore generale di Enasarco che all’epoca era Carlo Felice Maggi, nei confronti del quale l’ente ha avviato l’anno scorso un’azione di responsabilità e una causa in sede civile. La ripetizione è probabilmente dovuta alla tensione del momento, la voce è incerta. Pozzi ammette di non credere a quelle rivelazioni, ma non risparmia un attacco nemmeno al presidente della Fnaarc Adalberto Corsi, presente al suo intervento. Dice di avergli riferito in passato della cena con Pace, che in quell’occasione aggiunse un altro particolare sugli investimenti potenziali di Enasarco, ovvero “che da lì a breve sarebbe stata portata al consiglio un’operazione fatta da un gestore, che si chiama Manna, un gestore molto importante, che avrebbe fruttato una commissione a titolo personale per il presidente Corsi”.
Parole pesanti quelle dell’ex vicepresidente di Enasarco, la cui veridicità rimane tutta da verificare. Contattato da ilfattoquotidiano.it, Pozzi non ha voluto rilasciare dichiarazioni “perché sulle vicende della cassa ci sono indagini in corso”. Gli investimenti di Enasarco sono infatti già al vaglio degli inquirenti, dopo l’esposto presentato mesi fa dal presidente Brunetto Boco per denunciare come nel corso di accertamenti negli uffici sia emersa “l’assenza della documentazione preparatoria relativa a tutte le attività in materia finanziaria sia presso la direzione generale sia presso il servizio Finanza della fondazione”.
Dopo le accuse lanciate da Pozzi, Enasarco ha presentato a luglio un altro esposto in cui si chiede ai magistrati di accertare i fatti raccontati e, nel caso non risultassero provati, di procedere alla tutela dell’immagine dell’ente. Nell’esposto si sottolinea poi che se Pozzi nel 2012 era davvero in possesso di tali informazioni, avrebbe dovuto presentare una denuncia già all’epoca.
Dal canto loro, i protagonisti citati nella registrazione negano ogni addebito. Pace si ricorda della cena, ma sostiene di non aver potuto raccontare “cose di cui non ero a conoscenza io stesso”. Maggi afferma che per lui le parole di Pozzi sono una novità assoluta e aggiunge: “Qualcuno dichiara pubblicamente che si prendevano tangenti per fare degli investimenti finanziari? E lei mi chiede se è vero? E’ una sciocchezza campata in aria e fatico a pensare che qualcuno possa averla detta”. Corsi parla di “roba fuori dal mondo”, dice di avere affidato la questione a “persone competenti” e sottolinea di essere stato rieletto all’unanimità alla presidenza della Fnaarc nonostante le accuse lanciate da Pozzi lo stesso giorno nel corso dell’assemblea.
Intanto le vicende di Enasarco continuano a essere discusse anche in Parlamento, dove il Movimento 5 Stelle chiede da tempo più trasparenza nella gestione degli enti previdenziali: “La scelta dei loro investimenti viene spesso utilizzata come mezzo per fare ingrassare i vertici stessi, messi lì da politica e sindacati – accusa la deputata Roberta Lombardi, che sul tema ha presentato diverse interrogazioni – di questo sistema fanno le spese soprattutto gli iscritti alle casse e, spesso, gli inquilini degli alloggi di proprietà di tali enti, che si vedono triplicare gli affitti o mettere in vendita le case a prezzi improponibili allo scopo di fare cassa e tappare i buchi della gestione finanziaria”.
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