Seguendo molto, per lavoro e per passione, il dibattito politico sui media e partecipandovi in una certa – modesta – misura (un po’ di tv , un po’ di radio), ho dovuto subire, in queste settimane e in particolare negli ultimi giorni, l’onnipresenza di Matteo Salvini. Una campagna elettorale vivacissima con ospitate in tutti i talk possibili e immaginabili si è conclusa con una forte crescita della Lega in Emilia: un esito peraltro prevedibile, visto il crollo di voti a Forza Italia e forse qualche malumore in area Pd.
Alla fine, il numero bassissimo di votanti ha fatto sembrare enorme il consenso alla Lega che ha goduto di una percentuale altissima, ma che si riferisce a un totale di voti espressi ridottissimo; tanto che se si contano i voti in assoluto è tutta un’altra musica. Ma questo è bastato per fare di Salvini un eroe, il personaggio nuovo, il giovane da contrapporre all’altro giovane, per giunta con lo stesso nome e avanti con queste storie, come fosse la guerra dei tre Enrichi, che piacciono tanto ai media.
Ora io capisco benissimo chi si è eccitato di fronte a questa novità televisiva: Salvini che buca lo schermo, Salvini che con la sua presenza ruspante fa crescere l’ascolto dei talk piuttosto malconci in questa stagione, Salvini che usa le felpe per l’immediatezza della comunicazione, Salvini che ostenta il suo tifo per il Milan (senza dire nulla di interessante, parola di milanista). Ma questo è un fatto tutto interno al circuito mediatico, che certo alla fine porta anche voti, oltre agli ascolti, ma che non ha nulla a che fare con la soluzione dei problemi del Paese, con quella concretezza che Salvini vanta continuamente come carattere della sua azione politica e motivo del suo successo.
Lunedì mattina a Radio 24 finalmente un giornalista, Mario Sechi, gli ha fatto una domanda concreta: cosa ci metterete al posto dell’euro? E Salvini, in attesa di annunciare la soluzione miracolosa per la politica fiscale (aliquota unica al 15% per pagare meno-pagare tutti) ha snocciolato ben tre ipotesi monetarie: ritorno alla lira o monete separate per aree o euro a due velocità: così l’Italia ritroverà quel benessere che l’Europa le ha tolto. Peccato non ci fosse più tempo, altrimenti si sarebbe potuto procedere con un’altra domanda: ma delle tre ipotesi lei quale sceglie, la uno, la due o la tre? Proprio come in quei quiz televisivi che il nostro eroe amava frequentare in gioventù.