Il Movimento 5 stelle non va in televisione. E chi decide di partecipare ai talk show parla a titolo personale. Le regole non scritte per i portavoce M5s, le ripete Beppe Grillo sul blog. L’attacco questa volta però, è per il deputato Walter Rizzetto che in mattinata ha partecipato al programma “Omnibus” su La7 in uno spazio dal titolo: “Il Movimento 5 stelle torna in televisione”. E per l’ennesima volta, il leader ribadisce ai suoi che la partecipazione ai dibattiti televisivi non è cosa gradita. Ma il deputato risponde sul suo blog: “Non chiedo il permesso ai tuoi cortigiani per parlare del nostro lavoro. Il problema ora mi sembra più tuo che mio”. Non è la prima volta che Rizzetto esprime posizioni diverse da quelle di Beppe Grillo e non è la prima volta che questo crea malumori tra i parlamentari. Tanto che il post sul blog arriva dopo le polemiche dovute al risultato deludente alle elezioni regionali e alle critiche mosse anche dallo stesso Rizzetto.

La partecipazione ai talk show, anche per i più fedelissimi, era stata sconsigliata ai parlamentari M5s proprio dallo staff. E oggi Grillo torna a scriverlo: “Non torniamo nei talk show”, si legge sul sito del leader. “La sua partecipazione è quindi stata a titolo del tutto personale, Rizzetto non rappresenta la posizione del M5S, né qualcuno gli ha dato questa responsabilità. Libero di dire la sua opinione e di partecipare ai talk, ma non a nome del M5S”. I talk show “stanno morendo di asfissia di ascolti” sostiene Grillo secondo il quale tale processo accompagna “in modo naturale e parallelo, il percorso della disaffezione al voto alla politica”. Questo per Grillo non vuole dire non andare in tv, ma selezionare i programmi: “Il M5S ha partecipato in passato a trasmissioni televisive nelle quali poteva esprimere la propria opinione su temi specifici e lo farà in futuro soprattutto a livello di emittenti locali dove si trattano aspetti vicini ai cittadini come quello dell’ambiente o a confronti elettorali come è avvenuto con Giulia Gibertoni su Sky”.

Rizzetto risponde con un post sul suo blog: “Caro Beppe”, scrive, “vorrei capire chi scrive i post sul blog e come mai non si firma, quasi mai. Dai feedback ricevuti mi pare evidente che il problema ora sia più tuo che mio. Fare sana autocritica è sintomo di maturità, non solo politica, e non sono l’unico a pensarlo. Se ritieni che Rizzetto parla a nome suo e non rappresenta il MoVimento è altrettanto evidente che io e te abbiamo un problema. Il dato elettorale dovrebbe far riflettere te: io non mollo e tu?”. Il deputato nelle scorse ore aveva chiesto una riflessione e autocritica per il risultato delle elezioni regionali. “Ti dico una cosa: io a questa ‘maglia’ ci tengo e non ho detto nulla di sconveniente e non in linea con il M5s, anzi. Se uno vale uno, ciò lo è anche nell’esprimere le opinioni. Rinnovo: a 39 anni, in gran parte lavorati e grazie a Dio lavorati bene, non chiedo il permesso ai tuoi cortigiani per parlare del lavoro che stiamo facendo e comunicarlo a più gente possibile”.

Ma il dibattito “tv sì, tv no”, è una discussione che va avanti da tempo tra i parlamentari. Risponde a Rizzetto il presidente della Commissione vigilanza Rai Roberto Fico. “La decisione di evitare i talk show”, dice il deputato M5s, “è un fatto che viene da lontano e che caratterizza nel fondo un modo di essere del Movimento. Abbiamo deciso tutti insieme di fare un esperimento e per un certo periodo abbiamo provato ad andare di più in Tv. Ma dopo le europee abbiamo stabilito che fosse meglio tornare sui nostri passi”.

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