Se mi chiedessero quali sono i risultati che ha portato l’entrata in vigore della convenzione di Istanbul ad agosto di questo anno avrei qualche dubbio nel rispondere “ancora molto poco, tempi duri per tutte e tutti anche su questo versante!”
La neoconsigliera del Dip. Pari Opportunità, on. Martelli, appena ricoperto il nuovo incarico ha riaperto i lavori di alcuni tavoli della task force che non erano terminati nel precedente governo Letta, (perché caduto in maniera anticipata), per la riscrittura del piano nazionale antiviolenza ormai scaduto da un anno.
Ciò ha riavviato il processo di consultazione con le organizzazioni nazionali di donne, miste o maschili, della società civile organizzata che erano parte della task force. Inoltre è stato richiesto un parere ad hoc su un documento di “Intesa Stato-regioni per la definizione dei criteri omogenei dei centri antiviolenza e delle case rifugio”.
Buon segno il dialogo, ciononostante le organizzazioni coinvolte al momento non hanno ricevuto feed back sui contributi apportati e le modifiche richieste, quindi è difficile capire se gli input forniti saranno presi in seria considerazione e se i risultati che ne usciranno saranno all’altezza delle aspettative per chi da anni lavora quotidianamente sul tema.
Ciononostante qualcuno potrebbe controbattere “Ti lamenti sempre, non si direbbe che nessuno si muove! Non hai visto quante iniziative da parte di comuni, regioni, delle istituzioni sul tema oggi?!”
In effetti sì, in questo 25 novembre la cosa più evidente rispetto agli anni passati è la quantità di iniziative che si svolgono un po’ ovunque sul tema della violenza maschile sulle donne, promosse da ogni tipo di istituzione. Ognuno dice la sua, o meglio tutti dicono le stesse cose. Non si capisce se lo fanno per dimostrare che sono consapevoli, che esiste il fenomeno della violenza maschile sulle donne, (certo dopo la ratifica non si può più negare!); oppure per far vedere come sono bravi, che si stanno dando tanto da fare per porre fine a questo problema.
Ognuno viene con una sua idea, possibilmente nuova e originale, o desueta ma con risultati, poco importa, l’importante è che sia molto ben disorganizzata e non sistemica rispetto alla rete locale in cui opera, in maniera da aumentare la disomogeneità degli interventi, la dispersione dei pochi fondi esistenti e essere sicuri che non tutte le donne potranno usufruire di ciò che il territorio potrebbe offrire …
Ciò conferma i risultati della ricerca promossa da Fondazione Pangea Onlus, Udi (Unione donne in Italia) e Irpss-Cnr (Ist. di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio Nazionale delle ricerche), su “Violenza sulle donne, Politiche territoriali e Convenzione di Istanbul: presente e futuro in Italia”
La ricerca pilota si è svolta tra il 2013 e il 2014 su un campione di 28 comuni italiani, per rilevare quali politiche territoriali sono state attuate al fine di prevenire e contrastare la violenza maschile sulle donne negli ultimi tre anni. Quello che si evince è proprio la difficoltà ad avere una visione di insieme su come agire a livello territoriale in maniera coordinata tra pubblico e privato sociale (centri antiviolenza), affinché si possa fare riferimento a un sistema capace di rispondere oltre la visibilità e l’intenzione.
Interessante notare che alcune istituzioni agiscono come se fossero associazioni, eppure dalle istituzioni ci si aspetterebbe di più! Ognuno porta il proprio piccolo esempio, il proprio proclama, tutti desiderosi (o forse anche no), di svegliare la bella addormentata con un bacio “ricetta magica” all’acqua di rose. È si perché l’acqua di rose profuma ed è delicata, si adatta così bene alle donne!
Spero solo che non rispetteremo l’appuntamento dei 100 anni come previsto nella favola! Magari al 101esimo anno se non succede niente, si potrà fare una denuncia per femminicidio perché le istituzioni hanno fatto proclami ma poi nessuno ha agito, nessuno ha messo in campo politiche di genere serie e coordinate, nessuno è andato a salvare la bella addormentata, e poi l’acqua di rose è evaporata subito! Questo sì che riuscirebbe a creare la mobilitazione di piazza desiderata!
Si coinvolgeranno facilmente tutte e tutti, di ogni età e generazione! Mamme, papà, sorelle e fratelli, nonni e nonne, le zie e gli zii, le baby sitter e i dog sitter, tutti scenderanno finalmente in piazza, si ma contro le istituzioni, perché non si può certo far morire la bella addormentata per incapacità dello Stato!!
E voi cosa fate per il 25 novembre?