Esiste “un nesso causale” tra l’iniezione del vaccino esavalente Infanrix Hexa Sk e l’autismo. “È la prima volta” che con una sentenza, che stabilisce un indennizzo per un bambino che adesso ha 9 anni, che viene riconosciuto una correlazione, mai dimostrata prima, tra la somministrazione e la malattia. A firmare il verdetto del Tribunale del Lavoro di Milano è stato il giudice Nicola di Leo. Secondo quanto riporta La Repubblica, la decisione obbligherà il ministero della Salute a versare per tutta la vita un assegno bimestrale al piccolo affetto da autismo a cui nel 2006 fu iniettato il vaccino. Che viene somministrato nel primo anno di vita (con tre iniezioni all’età di tre, cinque e undici mesi) per proteggere i bambini da sei malattie: difterite, tetano, poliomelite, epatite b, haemophilus b e pertosse.

Il giudice di Milano: “Acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia” 

La sentenza è stata emessa il 23 settembre 2014. A differenza di quanto riportato in un primo momento, il ministero della Salute fa sapere di aver fatto appello. Infanrix, prodotto dalla multinazionale Glaxo Smith Kline, è il farmaco somministrato dalle Asl italiane per l’adempimento dell’obbligo vaccinale. Nella sentenza viene “acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia”. E ancora, citando la perizia del medico legale Alberto Tornatore, nominato dal Tribunale, “è probabile, in misura certamente superiore al contrario che il disturbo autistico del piccolo sia stato causato, o almeno concausato, sulla base di un polimorfismo che lo ha reso suscettibile alla tossicità di uno o più ingredienti (o inquinanti) dal vaccino Infrarix Hexa Sk”. Il perito fa notare anche il criterio cronologico, ovvero “la stretta successione temporale tra la presenza della malattia e le iniezioni del vaccino”.

Nella sua relazione il perito sottolinea che il vaccino “mostra una specifica idoneità lesiva per il disturbo autistico, la cui portata, teoricamente piccola se calcolata sui dati della sperimentazione clinica pre-autorizzazione – spiegherebbe solo il 2-5% dei casi di malattia – è in realtà sottostimata per l’esistenza – recentemente confermata dall’autorità sanitaria australiana – di lotti del vaccino contenenti un disinfettante a base di mercurio, oggi ufficialmente bandito per via della comprovata neurotossicità, in concentrazioni tali da eccedere largamente i livelli massimi raccomandati per lattanti del peso di pochi chili”. Prima di rivolgersi al giudice la famiglia del bambino, il cui autismo è stato diagnosticato nel 2010, aveva presentato nel 2011 una domanda di indennizzo al ministero. Domanda che era stata respinta. Da qui la decisione di intentare la causa.

Il perito del Tribunale: “Il vaccino mostra una specifica idoneità lesiva per il disturbo autistico”

Il bambino riceverà quindi un assegno bimestrale il cui importo sarà calcolato a partire da una base di 1.683 euro, più un indennizzo una tantum. “È la prima volta che in Italia una sentenza ha accertato il nesso di causalità tra vaccino esavalente e autismo – dice a ilfattoquotidiano.it Alessandra Genovesi, l’avvocato del bambino – Il nostro è stato un lavoro di équipe. L’esito favorevole della sentenza è dipeso anche dalla propensione del Giudice alla ricerca della verità e da un qualificato contraddittorio tra il perito nominato dal Tribunale ed il perito di parte Gabriella Lesmo“, ha concluso l’avvocato, aggiungendo che l’augurio è che “di questo precedente possano beneficiare anche altre famiglie”.

L’avvocato: “Speriamo che di questo precedente possano beneficiare anche altre famiglie”

“Per ogni euro speso in vaccini, se ne risparmiano 24 in farmaci. Non si dica, quindi, che i vaccini servono alle aziende farmaceutiche per fare profitto“, commenta Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, aggiungendo che “questi prodotti sono sicuri e vanno utilizzati. Queste continue denigrazioni fanno sì che si crei sfiducia e panico nei confronti di qualcosa che è molto importante e che salva tante vite”. Secondo Scaccabarozzi “quando si parla di scienza bisogna far parlare gli scienziati. E gli scienziati dicono che su milioni di vaccinazioni non c’è un’incidenza preoccupante di autismo”.

Già nel 2012 alcuni lotti di Infanrix Hexa erano stati ritirati in diciannove Paesi per il rischio di “contaminazione batterica pericolosa“. Ma scorrendo la lista dei Paesi coinvolti, tra cui Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, non compariva quello dell’Italia. “Perché in Italia non succede nulla, né il ritiro, né una comunicazione ministeriale?” era stata la domanda che si era posto il farmacologo Roberto Gava che per primo aveva denunciato il maxi ritiro del farmaco. Ma il ministero della Salute aveva replicato: “I lotti non sono commercializzati da noi”, mentre secondo l’azienda produttrice del farmaco il rituro era stato puramente “precauzionale“.

I presunti legami tra vaccino e autismo sono da anni al centro di un ampio dibattito internazionale, suscitando sempre accese polemiche. Proprio l’esavalente rappresenta il primo terreno di scontro, contenendo 6 antigeni e non solo i 4 fissati dalla legge. A marzo la procura di Trani ha avviato un’indagine conoscitiva dopo la denuncia dei genitori di due bambini ai quali è stata diagnosticata dai medici una sindrome autistica che, secondo le denunce, potrebbe essere stata causata proprio dai vaccini. Spostandoci invece sul vaccino anti meningite, pochi giorni fa una sessantina di famiglie hanno fatto causa dopo che sono state trovate tracce di ossido di ferro nel farmaco Meningitec prodotto da Neuron Biotech. Anche in quel caso, la formula è sempre la stessa. Un ritiro solo “precauzionale”.

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