Alla fine ha detto Elon Musk quello che la BMW non vuole dire. Cioè che la Tesla e la Casa di Monaco stanno lavorando per raggiungere accordi di collaborazione in due settori strategici per il futuro, nei quali condividere gli investimenti: quello delle batterie e quello dei materiali leggeri. Lo ha detto lo stesso numero uno della Tesla al settimanale tedesco Der Spiegel in un’intervista pubblicata domenica.

Un domani, dunque, la BMW potrebbe dunque mettere a disposizione della Tesla le conoscenze accumulate nel campo della fibra di carbonio, che il costruttore utilizza sia per alcuni particolari delle sue vetture sportive M, sia in maggior misura sull’elettrica i3 e sull’ibrida plug-in i8, che al posto della classica scocca d’acciaio hanno un telaio d’alluminio combinato a una cella di fibra di carbonio che ospita l’abitacolo. Nell’intervista a Der Spiegel, Musk ha definito la produzione BMW di questo materiale come “interessante” e “relativamente vantaggiosa dal punto di vista economico”: non bisogna dimenticare che per chi produce auto elettriche è essenziale compensare il peso delle batterie alleggerendo il più possibile le altre componenti della vettura.

Klebeprozess CFK-Dach.

Secondo quanto detto da Elon Musk, e non confermato da BMW, i due costruttori starebbero anche valutando anche la collaborazione sulla tecnologia delle batterie e sulle stazioni di ricarica. In effetti, già a giugno i manager delle due aziende s’erano incontrati informalmente per discutere della possibilità di creare stazioni di ricarica utilizzabili da diversi modelli di elettriche. Presumibilmente, per permettere anche ai proprietari delle BMW i3 e i8 di accedere alla rete di ricarica rapida della Tesla – costituita dai cosiddetti Supercharger – in rapida espansione sia in Europa sia, soprattutto, in America.

In realtà, per quanto le informazioni sia ufficiose, Tesla sta imbastendo collaborazioni con diversi costruttori, non solo con la BMW. La Daimler, per esempio, ha detto il mese scorso che continuerà a lavorare con Tesla anche dopo averne venduto le quote di capitale: un segno che da molti era stato inteso come una mancanza di fiducia nell’azienda californiana. Invece, secondo Bloomberg, la tecnologia nascosta sotto la pelle della prossima Mercedes Classe B elettrica è tutta di origine Tesla. Inoltre, la decisione della Daimler di chiudere nel 2015 la fabbrica di batterie Li-Tec di Kamenz, Dresda (che oggi produce gli accumulatori per la piccola Smart elettrica), si potrebbe spiegare proprio con l’alleanza tecnica con la Tesla. Che nel giro di pochi anni dovrebbe sfornare batterie per centinaia di migliaia di elettriche l’anno nel nuovo enorme stabilimento Gigafactory che nascerà in Nevada. Addirittura, Musk ha detto a Der Spiegel di voler affiancare una fabbrica di batterie in Germania nel giro di cinque o sei anni.

BMW, intanto, si trova alla prese con uno di quei problemi che tutti i costruttori vorrebbero avere: la produzione della supercar ibrida plug-in i8 non basta a soddisfare la domanda. Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, il responsabile delle vendite e del marketing di BMW, Ian Robertson, ha detto di dover trovare “un modo per incrementare la produzione della i8, perché la lista d’attesa in certi paesi è troppo lunga”. Oggi, per mettersi al volante di questa futuristica coupé da 134.000 euro, bisogna aspettare anche 18 mesi.

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