Valentino, ritenuto il nuovo boss della famiglia di Torre Annunziata, era latitante da giugno. Nel nascondiglio, protetto da un congegno elettronico, trovata una copia dell'ordinanza del suo arresto
Valentino Gionta, nipote del capo storico dell’omonimo clan camorristico di Torre Annunziata (Napoli), è stato arrestato all’alba dai carabinieri del nucleo investigativo. L’uomo è stato trovato nascosto in una botola ricavata nelle pareti di un appartamento del rione Provolera, di proprietà di uno zio, ergastolano: circondato dalle forze dell’ordine, si è arreso senza opporre resistenza. Valentino era ritenuto l’attuale reggente del suo clan, egemone nella città vesuviana: secondo i carabinieri continuava a dirigere gli affari del clan dopo l’arresto del padre. Nel nascondiglio è stata trovata una copia dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dello scorso 5 giugno alla quale si era sottratto: era infatti latitante dal giugno scorso, quando era sfuggito alla cattura per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, armi ed altro. La botola aveva un congegno elettronico per l’apertura e la chiusura.
Valentino porta il nome del nonno, dal 1985 in carcere, dove si trova in regime di 41 bis. Lo storico boss negli anni 80 controllava il traffico di eroina della zona di Torre Annunziata grazie all’egemonia nel mercato ittico. Si affiliò anche a Cosa Nostra. Lo scorso agosto il figlio Aldo è stato arrestato nel porto siciliano di Pozzallo mentre si stava imbarcando per Malta. Nel 2008, mentre era rinchiuso nel carcere milanese di Opera, Aldo scrisse una lettera al figlio in cui gli impartiva istruzioni per reggere il clan familiare, come: “Impara a sparare con il kalashnikov, poi ti dirò io cosa fare”.