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M5s, “assistente aveva contratto”: multa a Paglini e Bottici. “Falso, faremo ricorso”

Le senatrici sanzionate dalla Direzione provinciale del lavoro dopo una vertenza aperta da un ex collaboratore (poi espulso dal meetup): "Mi hanno assunto per 6 mesi poi hanno fatto marcia indietro e sono sparite". Loro ribattono: "Delirio"

“Le senatrici Sara Paglini e Laura Bottici mi avevano assunto per 6 mesi come loro assistente ma dopo alcune settimane di lavoro hanno fatto marcia indietro, sostenendo che non era stato stipulato alcun contratto. L’ispettorato del lavoro però le ha smentite e sanzionate. E per questo dovrebbero dimettersi”. Come se non bastassero le polemiche nazionali e le possibili espulsioni delle prossime ore, si apre un altro (piccolo) fronte all’interno del Movimento Cinque Stelle e in particolare le parlamentari carrarine Paglini e Bottici che sono state sanzionate – come ha spiegato nei giorni scorsi La Nazione – dalla Direzione provinciale del lavoro di Massa Carrara alla fine del primo round di una vertenza aperta da un ex attivista, Carlo Baratta. La Dpl ha infatti riconosciuto al 51enne di Carrara, ex assicuratore ora disoccupato, due separate collaborazioni (“mini co.co.co”) da 200 euro l’una per un totale di 20 ore mensili, per il periodo tra il primo e il 30 giugno 2013. “Bottici e Paglini – dice Baratta – mi avevano assunto con contratto a tempo determinato dal 1 giugno al 31 dicembre 2013. Il mio compito da collaboratore locale? Effettuare la rassegna stampa e tenerle aggiornate sull’attualità politica cittadina”. “E’ tutto ridicolo – rispondono Paglini e Bottici, contattate da ilfattoquotidiano.it – Baratta è solo un attivista: non è mai stato formalizzato alcun rapporto di lavoro, né subordinato né autonomo. E’ già pronto un ricorso, siamo tranquillissime”.

Baratta (candidato nel 2012 al Comune e poi nel 2013 alle politiche) racconta che Bottici – questore del Senato – gli avrebbe fatto firmare un contratto il 26 maggio 2013 mentre il 17 giugno Paglini avrebbe prima redatto e poi ritirato una “comunicazione d’assunzione”, senza mai registrare alcun testo. L’ex attivista sostiene di aver lavorato dal primo giugno al 3 agosto (“direttamente da casa”) e di aver ricevuto a inizio luglio 2013 un assegno da 400 euro da Paglini: “Dopo pochi giorni entrambe le parlamentari sono però sparite e non ho preso più un soldo”. Sostenuto dalla Cgil, non è riuscito a arrivare a una conciliazione e così a decidere è stata la Direzione provinciale del lavoro. I vari istituti di previdenza starebbero provvedendo a quantificare l’ammontare dei contributi spettanti: “Bottici e Paglini hanno ricevuto tre sanzioni a testa per illecito: questo è un fatto, non un’opinione”. E Baratta non è ancora soddisfatto: “Mi rivolgerò al tribunale perché mi siano riconosciuti anche gli altri mesi di lavoro per cui avevo firmato”. Nel frattempo è stato espulso dal meet up di Carrara “senza discussione tra gli iscritti”.

Le due senatrici rispediscono al mittente qualsiasi accusa parlando di “palese infondatezza”. Sara Paglini parla di “falsità e delirio” e invita a concentrarsi su “questioni più importanti, come ad esempio il Jobs act”. Laura Bottici aggiunge: “Ci vedremo con piacere in tribunale”.  Le parlamentari sottolineano però “la tempistica scelta” per diffondere la notizia: “Il verbale dell’ispettorato risale allo scorso 29 settembre ma la notizia è uscita solo pochi giorni fa, guarda caso dopo la maxi contestazione al sindaco Angelo Zubbani e la presentazione in Senato della nostra interrogazione per chiedere che Carrara sia guidata da un commissario straordinario”. Si invita inoltre a ricordare “l’importante impegno dei 5 Stelle per portare in consiglio comunale la mozione di sfiducia contro Zubbani”. “Queste critiche non fanno altro che dimostrare che il Movimento 5 stelle sta lavorando bene – conclude Bottici – Qualcuno, a Carrara, inizia a aver paura”.