Patti Smith sacerdotessa del rock – già madrina del punk – scende in Italia per ben 9 date dicembrine. 1, 2 e 3: Bergamo, Parma e Rimini. 5 e 6: Udine e Vicenza. 8, 9, 10: Pozzuoli, Napoli e Catanzaro; infine il 13 dicembre a Roma. Un tour de force d’Italia insieme ai suoi due figli Jackson e Jesse, di 32 anni e 27 che la accompagneranno alla chitarra e al piano. La visita in terra partenopea è quella che scatena più polemiche, quella capitolina più polverone.
Il Comitato di Portosalvo, nato con l’obiettivo di salvaguardare e la tutelare i beni culturali napoletani ha ufficialmente definito blasfema la presenza della Smith a San Giovanni Maggiore
A Napoli la Smith si esibirà in un concerto acustico all’interno della Basilica di San Giovanni Maggiore, complesso che vanta traversie millenarie. Riconvertito sotto l’imperatore Costantino da tempio pagano a luogo di culto cristiano; dopo ampliamenti, svariate modifiche, restauri e terremoti è oggi uno degli esempi più fulgidi del neobarocco partenopeo. Il Comitato di Portosalvo, nato con l’obiettivo di salvaguardare e la tutelare i beni culturali napoletani ha ufficialmente definito blasfema la presenza della Smith a San Giovanni Maggiore, specificando che “l’iniziativa mette in luce l’ennesima e singolare trasformazione di un chiesa consacrata e disattende le rigide regole del comodato d’uso dei luoghi di culto col tacito assenso della Curia di Napoli“. Ecco allora che per fermare il sacrilegio è stato chiamato in causa anche Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli. Ad oggi la curia tace e sembra non rinnegare il nulla osta concesso quest’estate. Parte dei ricavati del concerto andranno alla Comunità di Sant’Egidio per supportare percorsi d’integrazione scolastica rivolti ai minori rom. L’organizzatore delle due date campane e l’Ordine degli ingegneri di Napoli, a cui dal 2011 è stata affidata dalla curia la gestione della Basilica, non hanno nessun dubbio: il concerto si farà. Attraverso il suo ufficio stampa, Patti Smith ha risposto all’accusa di blasfemia: «La mia politica sulle esibizioni nelle Chiese è sempre stata di estremo rispetto e mai canterei o pronuncerei parole che suonassero offensive a chicchessia. La preziosità del luogo di culto, consacrato o sconsacrato, cattolico, protestante, o di qualsiasi altra religione o credo, mi è molto cara e per me esibirmi con la mia famiglia in una Basilica è un onore e un piacere di una valenza incalcolabili».
Patti Smith ha risposto all’accusa di blasfemia: «La mia politica sulle esibizioni nelle Chiese è sempre stata di estremo rispetto e mai canterei o pronuncerei parole che suonassero offensive a chicchessia.
Dopo le polemiche napoletane è montato il polverone capitolino. Tutto nasce da una voce di corridoio, rimbalzata da molte testate nazionali ed estere ma poi smentita, secondo la quale la Smith avrebbe personalmente chiesto al Papa di suonare durante il tradizionale Concerto di Natale. Richiesta che sarebbe stata sussurrata ad aprile di quest’anno in occasione della stretta di mano tra i due in Piazza San Pietro. Non è stata la Smith a chiederlo come non è stato il Papa in persona (altra diceria a cui è stato dato credito) ad invitarla. Falso anche che la Smith suonerà in Vaticano: l’Auditorium Conciliazione, benché si trovi all’ombra del Cupolone, è ancora su territorio italiano. Tanto meno si può lasciare intendere che la Smith suonerà davanti al Papa, molto probabile infatti che impegni più impellenti costringeranno Francesco a perdersi “Because the Night“. Attenendosi ai fatti si può solo affermare che Patti Smith suonerà per il ventiduesimo Concerto di Natale insieme ad altri diciotto artisti – tra gli altri Bob Sinclair, Alessandra Amoroso e Suor Cristina. Il concerto non è organizzato dal Vaticano ma dalla Prime Time Promotions, azienda comunque sicuramente in ottimi rapporti col clero romano tanto che l’idea del concerto natalizio nasce nel 1993 con l’appoggio di Giovanni Paolo II.
Attenendosi ai fatti si può solo affermare che Patti Smith suonerà per il ventiduesimo Concerto di Natale insieme ad altri diciotto artisti – tra gli altri Bob Sinclair, Alessandra Amoroso e Suor Cristina
Lo stupore, nel sapere che colei che fu nominata madrina del punk si esibisce oggi in luoghi più o meno sacri, non è giustificato. Sono lontani i tempi di Horse, quando la Smith cantava “Jesus died for somebody’s sins, but not mine“, e quelli di Easter, in cui chiamava Gesù Cristo “negro”. Come lontani sono i tempi in cui dichiarava di “masturbarsi sulla bibbia”. Con gli anni la Smith si è avvicinata molto, se non alla religione tout court, alla sfera del sacro cristiano: già nel quarto album del 1979 inserisce una foto di Papa Luciani, nel 2007 suona nella Basilica di San Vittore a Milano, nel 2011 titola la sua prima mostra fotografica ‘Camera solo‘ in omaggio a una frase di Celestino V e l’anno successivo si esibisce nella Basilica di San Francesco ad Assisi. A stupire è semmai come, da una parte, si sia ancora fermi alla vetusta e bigotta equazione secondo la quale Rock : Sacro = Satana : Dio. Dall’altra, stupisce l’indignazione morale di fronte a un cambio di prospettive di un artista rock. Né il rock, né l’arte sono soggetti a coerenza. E meno male, viene da aggiungere.