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Ferguson, agente Wilson lascerà polizia: “È un pericolo anche per se stesso”

L'agente si trova in ferie retribuite, in attesa di ufficializzare le proprie dimissioni. Intanto, il Black Friday è stato caratterizzato dalle proteste in diverse città americane contro la decisione del gran giurì di non incriminare l'uomo

Darren Wilson non tornerà più in polizia”. Lo annuncia Neil Bruntrager, il legale del poliziotto che, lo scorso agosto, ha sparato e ucciso, a Ferguson, il 18enne afroamericano Michael Brown. Una decisione presa dopo una lunga riflessione e per non mettere a repentaglio la sua incolumità e quella dei suoi colleghi. Intanto, dopo la decisione del gran giurì di non incriminarlo, l’agente è in ferie pagate, in attesa di ufficializzare la propria scelta.

“Non c’è alcuna possibilità che Darren Wilson lavori ancora nella polizia – ha commentato l’avvocato del poliziotto – Non è una questione di se, è una questione di quando. È in ferie retribuite, e ci sono discussioni in corso perché il suo allontanamento dal reparto avvenga in modo amichevole”. A mettere in guardia l’agente, nei giorni scorsi, è stato il procuratore James Towey: “Ti rendi conto – ha spiegato al poliziotto – che la prima chiamata che riceverai una volta tornato al lavoro sarà un vicolo cieco e verrai giustiziato?”. Al Washington Post, Towney ha raccontato che il giovane ci ha pensato un po’ e poi si è detto d’accordo: “Questa è la realtà“, avrebbe commentato. Nonostante durante un’intervista alla Abc, lo stesso Wilson abbia dichiarato di avere la coscienza pulita, si è reso comunque conto che tornare a pattugliare le strade sarebbe un pericolo per la sua incolumità e per quella dei suoi colleghi.

Intanto, il “Black Friday” americano è stato segnato dalle proteste di centinaia di persone contro la decisione del gran giurì statunitense di non incriminare Darren WilsonDa Saint Louis a Chicago, fino ai sobborghi di Ferguson, la comunità nera, ma non solo, è scesa in strada per far sì che non diminuisca l’attenzione sulle responsabilità delle forze dell’ordine a stelle e strisce. “Non stiamo protestando contro un uomo, stiamo protestando contro un sistema”, ha gridato alla folla Malcolm London, leader del gruppo Black Youth Project 100, che ha organizzato la protesta di Chicago. Il tema dei poteri in mano alla polizia e degli atteggiamenti che alcuni agenti tengono nei confronti dei cittadini afroamericani è tornato d’attualità nei giorni scorsi, quando un poliziotto ha sparato, uccidendolo, a un ragazzino di 12 anni che, a Cleveland, che teneva in mano una pistola giocattolo.