Economia

Legge di Stabilità, partite Iva in rivolta: “Non siamo bancomat di Stato”

L'associazione consulenti del terziario avanzato: “Gli 800 milioni di sgravi fiscali e contributivi previsti nella manovra per i lavoratori autonomi vanno a favorire soprattutto coloro che svolgono le attività più tradizionali, come artigiani e commercianti"

I freelance vanno all’attacco del governo. E minacciano “forme di protesta non convenzionali” se la legge di stabilità non verrà modificata. La loro ultima speranza rimane però il passaggio in Senato, visto che alla Camera verrà posta la fiducia. “Gli 800 milioni di sgravi fiscali e contributivi previsti nella manovra per i lavoratori autonomi vanno a favorire soprattutto coloro che svolgono le attività più tradizionali, come artigiani e commercianti”, accusa Anna Soru, presidente di Acta (Associazione consulenti terziario avanzato), che raggruppa soprattutto partite Iva che lavorano nel settore creativo e sulle nuove tecnologie, oltre che consulenti senza albo professionale. Ovvero quelle figure che per la pensione fanno riferimento alla gestione separata dell’Inps, la cui aliquota per la riforma Fornero dovrebbe passare nel 2015 dal 27,72% al 29,72%, per poi salire al 33,72% nel 2019. Negli anni passati gli aumenti sono stati bloccati, cosa che questa volta non è stata ancora prevista. La legge di Stabilità ha invece eliminato il minimo contributivo per le gestioni speciali di artigiani e commercianti.

C’è poi un altro aspetto che i lavoratori autonomi di seconda generazione non digeriscono: la modifica del regime dei minimi, che nelle intenzioni del governo dovrebbe ampliare la platea di chi può beneficiarne vista l’eliminazione del limite d’età, in realtà rischia di sfavorire molti freelance. Per tutti coloro che avvieranno una nuova attività, infatti, l’imposta sostitutiva dell’Irpef passerà a regime dal 5 al 15%. La soglia di fatturato per le agevolazioni si alzerà per alcune categorie, come i commercianti (da 30 a 40mila euro), ma si abbasserà per i freelance in virtù della diversa redditività del settore (da 30 a 15mila). Da qui la protesta, che segue quella per l’esclusione dal bonus da 80 euro: “Nel momento in cui si stanziano risorse per dipendenti, imprese, artigiani e commercianti, è paradossale che il lavoro autonomo e professionale divenga il bancomat dello Stato, spingendo sotto la soglia della povertà intere generazioni di lavoratori indipendenti”, denuncia Acta insieme ad Alta Partecipazione e Confassociazioni. “Se la legge di Stabilità non verrà cambiata, contemplando quantomeno il blocco dell’aumento dell’aliquota contributiva per le partite Iva iscritte alla gestione separata, sarà portato a compimento un disegno che spingerà fuori dal mercato del lavoro centinaia di migliaia di freelance, professionisti e lavoratori della conoscenza”. Infine un ultimo appello perché le forze politiche non portino “sotto la soglia della povertà intere generazioni di lavoratori indipendenti” e non le costringano a operare “per legge una scelta tra mancata sopravvivenza e limiti della legalità”.

@gigi_gno