È una crociata senza fine quella di Carlo Giovanardi, contro qualunque forma di riconoscimento delle unioni omosessuali. In tema di diritti civili, infatti, il senatore Ncd non ne vuole sapere dei registri per le nozze gay, quelli inaugurati in tutta Italia da Milano a Napoli e finiti nel mirino del ministro Alfano. E così, in una nota, nega l’esistenza di discriminazioni, e spiega la sua personale teoria: “La battaglia dei movimenti lgbt ha come obiettivo la parificazione del matrimonio fra persone dello stesso sesso e l’acquisto di bambini”. Spingendosi poi oltre, fino a parlare di “sfruttamento di esseri umani” e “tentativi di aprire la strada a nuove forme di schiavitù”.

A scatenare la sua ira, questa volta, è stata l’inaugurazione a Modena del registro (senza trascrizione all’anagrafe) per le unioni civili. Dopo il via libera arrivato a fine ottobre sull’esempio della vicina Bologna, giovedì 27 novembre, infatti, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha trascritto il primo matrimonio, quello tra Alessio e Andrea, con tanto di cerimonia simbolica, fascia tricolore e foto di rito. Passate nemmeno 24 ore, Giovanardi, che a Modena è stato anche candidato sindaco alle scorse amministrative, ha preso carta e penna, puntando il dito su Pd e attivisti lgbt. “Tutti i modenesi – si legge nella nota – devono aver ben chiaro, a cominciare da quella parte del mondo cattolico che ha contribuito alla vittoria di Muzzarelli e del Pd alle comunali, che la battaglia dei movimenti gay non ha come obiettivo quello di rimuovere, peraltro inesistenti, discriminazioni, ma arrivare alla parificazione con il matrimonio fra uomo e donna, per poter adottare bambini o assemblarli attraverso l’acquisto sul mercato di materiale genetico e l’utero in affitto”.

Si tratta, va avanti, “di pratiche di sfruttamento della disperazione e della povertà di chi è costretto, soprattutto nei paesi del terzo mondo, a vendersi per soddisfare i capricci di ricchi signori dei paesi ricchi, privando i bambini del sacrosanto diritto di avere un padre e una madre”. Secondo l’ex sottosegretario, da sempre paladino della cosiddetta famiglia tradizionale, “questa è la realtà che si nasconde dietro alle trascrizioni delle nozze celebrate all’estero e ai vari registri civili- Sono lesivi dei principi della nostra Costituzione laica e repubblicana che riconosce soltanto il matrimonio fra un uomo e una donna”. Per questo, è la sua conlusione, “non soltanto il Nuovo Centro Destra ha votato contro all’istituzione del registro in consiglio comunale a Modena ma, a livello nazionale, sta bloccando ogni tentativo di aprire la strada a nuove forme di schiavitù e di sfruttamento degli esseri umani, con una battaglia che dovrebbe essere condivisa anche dalla sinistra”.

Parole forti, a cui il senatore però non è nuovo. Su gay e lesbiche Giovanardi non ha mai usato il guanto di velluto. Negli anni il senatore ha ingaggiato una personale guerra, combattuta a colpi di dichiarazioni quasi sempre parecchio sopra le righe. Alimentando così l’immagine del conservatore di ferro, e assicurandosi strascichi di polemiche, titoli sui giornali e bufere mediatiche. Solo per citarne alcune. Tre anni fa, su Radio 24, il Giovanardi pensiero trovò piena espressione in una improvvisata lezione di anatomia. “Ci sono organi costruiti per ricevere, e organi per espellere”. E due ragazze che si baciano in stazione che effetto farebbero? “A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio”. E giù proteste. Tempo dopo ci ricascò, e ai microfoni della Zanzara, lanciò la proposta di istituire stanza separate per militari omosessuali. “E’ una questione di buonsenso” si giustificò.

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