Via. Via da Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, Vevo, Soundcloud. Addio a ogni social network e social media. “Andatemi a cercare altrove, se proprio volete”. Lo ha deciso Prince, al secolo Roger Nelson: il genietto di Minneapolis, il musicista che mutò per sempre la rotta della black music, disseminandola di un groove funkadelico scintillante e inaudito, esce dal gruppo globale online.
Basta post, video virali, pre-ascolti in streaming, rapporti virtuali con i fan. Prince, il solito Prince, oggi 56enne, ne combina un’altra delle sue. Artista unico e inquieto, dalle mille trasformazioni, declini e resurrezioni, dice adesso addio, senza rimpianti, al web. I pensieri unici, i percorsi comandati non gli sono mai piaciuti; ai rettilinei preferisce le salite artificiali. E pensare che era stato uno dei pionieri della musica su Internet, negli anni novanta. Uno dei primi a vendere i suoi dischi direttamente online. Dal produttore al consumatore, senza intermediari interessati di mezzo. Ma poi è arrivato lo “svilimento dell’opera d’arte nell’epoca della sua massificatissima riproducibilità tecnica”, per scomodare il filosofo Walter Benjamin.
Tutti i musicisti sono saliti sul Transatlantico del web, con la propria mercanzia sonora, a volte fatta di un solo laptop, o poco più. Ed ecco che il principe del funk-rock anni ottanta è tornato al classico disco, e alle case discografiche. A promuoversi e diffondersi alla vecchia maniera. Poi il lento ma tiepido riavvicinamento alle autostrade elettroniche. Ma già nel 2010 il Nostro aveva dichiarato al Daily Mirror: “Internet è completamente finita. Non capisco perché dovrei dare la mia nuova musica a iTunes o chiunque altro. Non pagano in anticipo per essa e si arrabbiano quando non riescono ad averla. Internet è come Mtv. Era alla moda e dopo niente! È diventato sorpassato. Tutti questi computer e gadget digitali ti riempiono la testa di numeri e non fanno nulla di buono”.
A questo Prince fece seguire anche una cospicua richiesta di rimborso, circa un milione di dollari pro-capite, a danno di ventidue suoi seguaci colpevoli di aver pubblicato registrazioni non autorizzate dei suoi concerti sui social network. Spiazzò quindi di nuovo tutti, nel marzo di quest’anno, quando inaugurò un suo account Instagram, seguito da Twitter, Facebook e Soundcloud. Ma la luna di miele è durata ben poco, e l’autore di Purple Rain, Kiss, Sign ‘O’ The Times se n’è riandato, stavolta per sempre, così è (se vi pare), da Internet.