Oltre un milione e mezzo di processi sono finiti in nulla per prescrizione negli ultimi dieci anni. Sono i dati della Direzione generale statistiche del Ministero della giustizia, diffusi alla vigilia del Consiglio dei ministri di lunedì, in cui, tra le altre misure, sarà nuovamente esaminata quella sulla prescrizione, dopo l’accelerazione seguita al colpo di spugna sui morti per amianto al processo Eternit. Tra il 2004 e il 2013, i procedimenti penali chiusi con prescrizione sono stati per l’esattezza 1.552.435. Dal 2004 al 2012 le cifre hanno visto, nel complesso, un decremento: da 219.146 a 113.057. Preoccupa il balzo a 123.078 del 2013, “con 10mila prescrizioni in più sull’anno prima“, fa notare il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa (Ncd).
Ma l’aspetto centrale è un altro: “Oltre il 70% delle prescrizioni si determina in fase di indagini preliminari. Un’anomalia – spiega Costa – che non può essere ricondotta ad azioni dilatorie della difesa, ma spesso è legata a un dribbling non dichiarato dell’obbligatorietà dell’azione penale che si traduce in una selezione dei casi da prendere in carico”.
Nel dettaglio i numeri indicano che nell’ultimo decennio i decreti di archiviazione per prescrizione emessi dai gip sono stati 1.134.259: il 73% del totale. A questi si aggiungono le 63.892 sentenze di avvenuta prescrizione emesse dai Gup. La quota restante è spalmata tra tribunali (209.576), corti d’appello (131.856), Cassazione (3.293) e giudici di pace (9.559). Numeri che indicano una cosa precisa, dice Costa: se si interviene sulla prescrizione, “bisogna nel contempo procedere sulla strada della depenalizzazione per tenuità del fatto“. Ed “è necessario lavorare sul processo per evitare tempi morti nel procedimento”.
Misure su quest’ultimo fronte sono state messe a punto dal governo, ma da fine agosto non sono ancora state trasmesse alle Camere. Proprio nel pacchetto sul processo penale è contenuta la prescrizione: il Cdm si appresterebbe a stralciarla per inviarla autonomamente in commissione Giustizia della Camera. Passaggio che solleva qualche dubbio e Ncd preferirebbe evitare. Se però stralcio dev’essere, è il ragionamento, allora ci sono anche altri provvedimenti in attesa, da quelli sul processo, appunto, a quelli su intercettazioni e privacy; e visto che il testo sulla prescrizione non ha subito rimaneggiamenti da agosto, più che un passaggio tecnico, quello di lunedì sarà un passaggio politico per definire in seno al governo le priorità della riforma della giustizia nel suo insieme.
Anche in commissione alla Camera, dove già pendono tre testi del Pd, di M5s e di Scelta civica, si profila un dibattito acceso. Tra gli aspetti su cui trovare un’intesa: quando far scattare lo stop della prescrizione (se dal rinvio a giudizio o dalla sentenza di primo grado); e se si possano applicare nuove regole ai processi in corso. Nel confronto, farà sentire la sua voce l’Anm, il cui presidente Rodolfo Sabelli, ha più volte chiesto “una ristrutturazione radicale per superare la ex Cirielli”.