Qualche settimana fa due europarlamentari del Pd eletti a maggio hanno dichiarato il proprio interesse a candidarsi per le prossime elezioni regionali. Sto parlando di Alessandra Moretti per il Veneto e di Andrea Cozzolino per la Campania. La Moretti faceva parte delle famose capolista che alcuni accusavano (forse non a torto, a quanto pare) di essere solo un’operazione di marketing. L’incarico di consigliere regionale è, infatti, incompatibile con quello di europarlamentare e considerato che in passato il trend è sempre stato questo (lasciare Bruxelles per un’istituzione più vicina a casa) i primi tra i non eletti del Pd alle scorse Europee si stanno già sfregando le mani all’idea di arrivare lì per il rotto della cuffia.
Tra questi in pole position c’è l’attuale sindaco Pd di Ischia, Giuseppe (Giosi) Ferrandino, al centro di indagini e processi. C’è però anche da dire che con l’Europa Ferrandino & Family hanno una certa dimestichezza se è vero come è vero che l’albergo di famiglia, avrebbe beneficiato di quasi 1 milione di euro di finanziamenti pubblici (di cui fondi europei) per l’ampliamento della propria struttura ricettiva (in un’isola dove in teoria sarebbe vietato costruire).
Ma i requisiti per poter ottenere una candidatura nel Partito Democratico devono essere ben più importanti. Ferrandino è stato infatti rinviato a giudizio, insieme ad altri, per il disboscamento della secolare pineta del Bosco della Maddalena al fine di costruirci una caserma (mai realizzata) del Corpo Forestale (sic!), il tutto in un’area protetta e sito di interesse comunitario.
Tutto qui? Niente affatto: il sindaco dell’isola campana sarebbe coinvolto anche nell’indagine per corruzione che riguarderebbe Michele Adinolfi, comandante interregionale della Guardia di Finanza, da parte di una Coop rossa, la Cpl Concordia di Modena. L’inchiesta ruota attorno al gasdotto di Ischia, un progetto da 18 milioni di euro (per una lunghezza di 13 km) aggiudicato dalla Cpl Concordia nel 2005 che già il Comune di Bacoli aveva denunciato
“incidere negativamente su di un’area d’eccezionale valenza paesaggistica e naturalistica, compromettendone inevitabilmente le plurime possibilità di utilizzo alterandone anche sul piano imprenditoriale del territorio, in gran parte di proprietà pubblica, per cui il danno è conseguentemente incalcolabile.”
Questo perché con Renzi il Pd voleva voltare pagina, figurarsi il contrario allora!
La definizione che il Codice penale da per il reato di truffa è la seguente: ‘Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno’. Ma siamo certi che ingannare gli elettori prestando la propria faccia e facendo prendere voti al partito per trascorrere qualche mese tra Bruxelles e Strasburgo per poi passare la poltrona a quello che altrimenti mai sarebbe stato eletto si possa derubricare velocemente a semplice “furbata”.