Darren Wilson ha deciso di dimettersi per non mettere a rischio la propria incolumità e quella dei suoi colleghi. Lo ha comunicato il suo avvocato, Neil Bruntrager, dopo le proteste dei giorni scorsi contro la decisione del gran giurì di non incriminare l'uomo
E’ ufficiale: Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto ha sparato, uccidendolo, al 18enne afroamericano Michael Brown ha lasciato la polizia. Lo ha annunciato il suo avvocato, Neil Bruntrager, che ha precisato come le dimissioni dell’ormai ex agente abbiano effetto immediato. Una decisione che era nell’aria ed era già stata annunciata dallo stesso legale dell’uomo: “Non è una questione di se, ma di quando – aveva dichiarato nei giorni scorsi – Darren sa che non può più rimanere per strada”.
La decisione è stata presa anche e soprattutto per garantire l’incolumità dell’ex poliziotto e dei suoi colleghi. A far riflettere Wilson ci aveva pensato anche il procuratore James Towey: “Ti rendi conto – aveva spiegato al poliziotto – che la prima chiamata che riceverai una volta tornato al lavoro sarà un vicolo cieco e verrai giustiziato?”. Alla prima uscita in strada l’agente avrebbe rischiato di essere vittima di una caccia all’uomo da parte di una popolazione infuriata per i fatti di Ferguson e per l’uccisione, da parte di un poliziotto di Cleveland, di un bambino di 12 anni afroamericano che teneva in mano una pistola giocattolo. Le proteste delle comunità nere, ma non solo, di molte città americane si sono fatte sentire anche nel giorno del Black Friday, con cortei e manifestazioni contro la decisione del gran giurì americano di non incriminare Wilson per l’uccisione di Brown. Una situazione che non permette all’ex poliziotto di continuare a svolgere il suo lavoro.