E' stata ufficializzata l'uscita dal gruppo 5 stelle a Montecitorio dei due deputati. Non sarà necessario il voto dei colleghi inizialmente previsto per mercoledì 3 dicembre
L’espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna dal Movimento 5 stelle non sarà ratificata dall’assemblea dei colleghi parlamentari. Il voto, previsto per la riunione congiunta di mercoledì 3 dicembre, non è più necessario. Il capogruppo Andrea Cecconi infatti ha firmato la loro uscita e da oggi sono ufficialmente nel gruppo misto della Camera. “Mi ha chiamato Cecconi per annunciarmi la decisione”, ha commentato l’ex M5s Artini, “ormai per i 5 stelle non esistono più regole. Non passare dal voto del gruppo è una vera carognata. Noi eravamo quelli attenti ad ogni piccola regola e ora invece siamo diventati quelli che le infrangono continuamente”. Ad annunciare il passaggio è stata la presidente della Camera Laura Boldrini leggendo la comunicazione a Montecitorio.
“Il non statuto del Movimento”, ha detto Artini, “viene così infranto due volte: in primo luogo perché la nostra espulsione non è passata dalla decisione dell’assemblea, ma è stata gestita direttamente dal blog. E poi perché deputati e senatori M5s non potranno esprimere la loro opinione. Ancora una volta non contiamo nulla, ma è tutto deciso dall’alto”. La discussione in assemblea era vista con molta preoccupazione dai vertici: il gruppo spaccato, il presidente Alessio Villarosa titubante sull’idea di firmare un’espulsione mai votata dai colleghi e una assemblea infuocata sul tema lasciavano intendere che il voto non sarebbe passato senza ferite. Così si è decisa la strada più veloce.
Tutto è cominciato giovedì 27 novembre, quando gli iscritti M5s hanno votato per l’uscita dei due portavoce dal gruppo. L’accusa era quella di non aver rendicontato sul sito ufficiale “tirendiconto.it” la restituzione di parte dello stipendio e della diaria. Ma dietro c’è molto di più. Artini è da mesi il punto di riferimento di un gruppo di critici che ora sarebbero pronti a seguirlo se nascesse un nuovo progetto. La contromossa di Grillo e Casaleggio di creare un direttorio di 5 deputati (approvato dalla rete venerdì 28) non ha bloccato i malumori, ma ha dato spazio a nuove gelosie e polemiche. Senza contare il fatto che altre 17 persone sono nella stessa situazione di Artini e Pinna: si rifiutano di usare il sito “tirendiconto.it” senza avere chiarimenti. Questo potrebbe bastare per far partire anche contro di loro la procedura di espulsione.
La spaccatura nel gruppo è netta e nelle prossime ore i parlamentari critici hanno intenzione di organizzarsi. Dimissioni o nuova formazione all’interno del gruppo misto, è ancora presto per dirlo. Il deputato toscano durante il weekend ha girato i Meetup della sua regione per dare spiegazioni agli attivisti e cercare di capire gli animi. L’appuntamento a cui tutti guardano è quello del 7 dicembre: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti incontrerà attivisti e parlamentari per parlare dei risultati ottenuti. Una semplice agorà che però radunerà tanti malcontenti. Il primo cittadino continua a negare: se mai ci sarà una nuova formazione al di fuori dell’M5s non sarà guidata da lui. Ma la sua resta comunque la benedizione che tutti cercano.