L'area interessata è quella del deposito dell'ex Genio militare, in gestione al Comune di Pizzighettone ma di proprietà del Demanio ed è attualmente utilizzata da otto associazione no-profit. Amianto, ma anche vernici e solventi
Centocinquanta mila metri quadri. Un’area, a Pizzighettone, in provincia di Cremona, a cavallo del fiume Adda, sequestrata dal Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma di Brescia. Amianto, ma anche vernici e solventi. In tutto 10mila tonnellate di rifiuti tossici, tra i quali si registra la presenza del creosoto, sostanza altamente cancerogena con la quale venivano ricoperte le traversine di legno dei binari ferrovieri. L’area interessata è quella del deposito dell’ex Genio militare, in gestione al Comune di Pizzighettone ma di proprietà del Demanio.
Una operazione, quella messa a segno dai militari del Noe, effettuata dopo la segnalazione della sezione locale dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona), che rientra in una vasta azione di contrasto – in atto a livello europeo e coordinata dall’Europol – al traffico illecito di rifiuti denominata Jpo Waste Trafficking. L’area è attualmente utilizzata da otto associazione no-profit: i capannoni non erano quindi disabitati, sebbene la presenza di Eternit si registrasse in massicce quantità. Ecco che quindi, dai carabinieri, non sono stati apposti veri e propri sigilli, in quanto il sequestro penale preventivo che è stato disposto permetterà di entrare nella zona solo per lo sgombero degli effetti personali, come prevede anche l’ordinanza del sindaco. I reati contestati sono quelli di omessa manutenzione di edificio che minaccia rovina e omissione di cautele sui luoghi di lavoro. Per il momento si procede contro ignoti, anche se, al momento, sono una decine le persone informate sui fatti.
“Purtroppo, nonostante l’azione della nostra associazione – si legge in un comunicato dell’Ona – sono ancora decine i siti contaminati. Con grave danno per la salute, che può essere tutelata solo con il disinquinamento e le bonifiche”. Inoltre l’associazione segnala un aumento delle patologie asbesto-correlate in provincia di Cremona e in tutta la Lombardia, tornando quindi ad insistere con le autorità perché “si proceda immediatamente alle bonifiche”.
Qualche settimana fa, a Cremona, un’area di 30 mila metri quadri era stata sequestrata, sempre dal Noe di Brescia, per la presenza di rifiuti speciali e grandi quantità di amianto nei capannoni dell’insediamento industriale ex Piacenza Rimorchi, ora abbandonato. All’interno del perimetro anche olio percolato riversato sul terreno. E ancora: gli ex magazzini Cavalli e Poli, 5.300 metri quadrati di proprietà di una società immobiliare cremonese, posti sotto sequestro, dove è stato trovato materiale pericoloso per la salute, amianto in particolare, ben visibile sui tetti, ma anche altri rifiuti speciali e materiali tossici.
Un’altra area che “necessita di bonifica” si trova alle porte della città, nei capannoni abbandonati dell’ex stabilimento Auricchio della frazione di Cavatigozzi. Lo dispone un’ordinanza del Comune di Cremona affinché vengano fatte “entro 30 giorni, le necessarie opere di pulizia generale, rimuovendo i rifiuti abbandonati, con conseguente smaltimento secondo norme di legge, realizzando inoltre i dovuti interventi per ripristinare lo stato dei luoghi a tutela dell’ambiente, della salute e dell’igiene pubblica”. L’ordinanza si è resa necessaria in quanto nell’area dismessa è stata verificata la presenza di coperture in probabile cemento amianto e di parecchi rifiuti derivanti dallo smaltimento degli interni degli ex stabilimenti costituiti da materiale coibentante in poliuretano accoppiato, tubi in plastica, cavi elettrici, fusti in plastica e fusti in metallo dal contenuto sconosciuto, materiale vario in legno e ferro, moltissime carcasse di piccioni ed un consistente strato di guano.